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lunedì, Settembre 9, 2024
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Bozza decreto riorganizzazione del ministero dell’Interno: ipotesi di chiusura della Prefettura. Le Rappresentanze sindacali scrivono alle autorità

prefettura notteLa recente bozza del decreto di riorganizzazione del Ministero dell’Interno, con l’ipotesi di chiusura della Prefettura, ha destato una certa apprensione nel personale della Prefettura di Belluno, poiché la norma non contiene indicazioni sul loro futuro.
Per questo motivo, le rappresentanze sindacali unitarie e i dipendenti hanno sottoscritto un documento trasmesso alle al sottosegretario Gianpiero Bocci, al sottosegretario Gianclaudio Bressa, ai parlamentari ed ex parlamentari bellunesi, ai sindaci e alle associazioni di categoria e alle organizzazioni sindacali, nel quale si riassumono le ragioni che dovrebbero portare a riconsiderare la scelta dell’accorpamento della Prefettura di Belluno con quella di Treviso, anche al di là dei comprensibili timori per il futuro di numerose famiglie, la cui vita verrebbe sconvolta a causa della nuova sede di lavoro a molti chilometri di distanza da quella attuale.
“Alle SS.LL.  – recita la nota – non sfuggirà che la costante presenza dello Stato su un’area geograficamente fragile e complessa come quella bellunese è garanzia di coordinamento delle attività istituzionali degli uffici e degli enti locali e riveste un ruolo strategico nella governance locale.
Le peculiarità del territorio sono state recentemente riconosciute dalla Legge n. 56/2014 che ha attribuito lo status particolare per le province “interamente montane confinami” come Belluno, confermando la specificità del territorio,
Le criticità derivanti dalla morfologia della provincia di Belluno che si traducono in frequenti movimenti franosi, anche di drammatica intensità, come dimostrano i fatti di San Vito di Cadore del 4 agosto scorso, richiedono una gestione locale del coordinamento degli Organi provinciali di proiezione civile, rimessa in capo al Prefetto, difficilmente governabili da un’istituzione, come potrebbe essere la Prefettura dì Treviso, avente sede in un territorio contiguo solo nelle cartine geografiche ma geo-morfologicamente diverso e caratterizzato da realtà lontane dalla nostra. E”di tutta evidenza, infatti, come il tessuto socio-economico della provincia di Treviso differisca profondamente dalla realtà delle zone montane della provincia di Belluno.
Al riguardo – prosegue la nota –  desideriamo segnalare i numerosi incontri organizzati periodicamente dalla Prefettura per coordinare l’emergenza e gli interventi di Protezione Civile in occasione di abbondanti precipitazioni nevose, delle frane e dei fenomeni idrogeologici.
Gli eventi franosi che si verificano sul territorio con ampia frequenza e la doverosa chiusura di arterie stradali, procurano l’isolamento di alcune zone e notevoli disagi ai residenti e non, che frequentano zone di strategica importanza turistica; ricordiamo, fra tutti, l’attuale fenomeno franoso di Acquabona in Comune di Cortina d’Ampezzo, che ancora oggi crea disagi e preoccupazione negli amministratori locali che hanno sempre trovato nella Prefettura un valido interlocutore in grado dì “fare squadra” con il territorio per la soluzione delle varie problematiche.

Un altro aspetto attuale di rilevante importanza è il fenomeno dell’immigrazione, particolarmente complesso, atteso che grazie alla continua presenza della Prefettura si è potuto costruire, in sinergia con gli enti locali e le cooperative, una rete di accoglienza ed Integrazione dei richiedenti asilo politico che ha impedito il crearsi di tensioni ne) tessuto sociale e che costituisce senza dubbio un modello positivo in ambito regionale.
L’ampia diffusione sulla stampa locale e nazionale in merito al perdurare dì un elevato indice dì vivibilità di queste zone, unitamente a un basso tasso di criminalità, è il segnale di una costante e profìcua presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio, a garanzia e tutela della cittadinanza che il Prefetto, in qualità di autorità provinciale di Pubblica Sicurezza, coordina in modo attivo e concreto attraverso il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Questo territorio convive da sempre con un’altra criticità, di non minore importanza, rappresentata dall’atavica problematica dei trasporti e dei collegamenti locali che si aggraverebbe ulteriormente, non solo per i lavoratori, ma anche per l’utenza che oggi usufruisce in loco degli sportelli (cittadinanza, immigrazione, antimafia, polizia amministrativa, protezione civile, prevenzione e certificazione in materia di incendi, servizio elettorale ecc.) e che dovrebbero farsi carico della maggiore distanza (76 km da Belluno – tempo minimo di percorrenza in treno 1 ora e 36 minuti data la presenza di una rete ferroviaria assai carente poiché caratterizzata da una tratta di solo due linee a binario unico e ormai vetuste e per le quali non sono previsti adeguamenti) nonché di ulteriori spese, con conseguente ri percussione sulla qualità dei servizi erogati.
Un territorio difficile, quello Bellunese, che senza servizi e attività tipiche di uno Stato “presente e attivo”, o ridotti come quelli annunciali per le Forze dell’Ordine e Vigili del Fuoco, si impoverirebbe ulteriormente e declasserebbe la popolazione di montagna con le sue legittime e spesso inascoltate o incomprese esigenze peculiari.
Da ultimo, si rileva che l’individuazione delle Prefetture da accorpare sembra basata su criteri meramente matematici legati al numero dei dipendenti in forza pretto gli enti in parola non considerando le effettive esigenze c problematiche del territorio già sopra rappresentate.
Si richiede pertanto di operare e di attivarsi affinché lo schema di decreto venga modificato a salvaguardia della presenza dello Stato sul territorio, non a caso riconosciuto nella sua specificità montana dalla Legge Regionale n. 25/2014 recante “Interventi a favore dei territori montani e conferimento di forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziarla alla Provincia di Belluno in attuazione dell’articolo 15 dello Statuto del Veneto”.
Il personale della Prefettura – conclude la lettera delle Rappresentanze sindacali –  si rende disponibile anche ad un confronto con quanti sono favorevoli all’accorpamento di questo territorio a quello della provincia di Treviso.

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