“Anche la Prefettura di Belluno sarà accorpata a Treviso. Lo Stato vuole abbandonare la montagna e il suo governo? Bene, allora lasci che a gestirli sia chi lì ci vive e vuole continuare a farlo”.
Il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti lancia la sua proposta, dopo l’annunciato accorpamento dell’ente di governo bellunese con quello trevigiano: “Perchè far scivolare ancora le decisioni a valle? I poteri dei prefetti di montagna vengano dati alla Provincia. Non chiediamo nulla di nuovo: anche a Aosta non esiste la Prefettura, e i suoi compiti sono stati attribuiti al Presidente della Regione (il cui territorio coincide con quello della Provincia di Aosta, soppressa nel 1945 e trasformata in regione autonoma). Belluno, Sondrio, Verbania hanno una specificità riconosciuta come aree interamente montane: si deleghi ai Presidenti di provincia queste funzioni”.
“Questo è il segnale di un centralismo imperante, da Roma a Venezia, l’ennesimo sintomo che la montagna è vista come una periferia da abbandonare. – denunciano dal Bard – O davvero c’è chi pensa di far gestire le emergenze come alluvioni, frane, nevicate a distanza di centinaia di chilometri? Vogliamo davvero che per i disastri idrogeologici il coordinamento sia in pianura mentre i nostri paesi sono in ginocchio? Non serve tanta fantasia: le frane di Acquabona, il disastro di San Vito, gli smottamenti sulla statale per il Comelico, la nevicata del Natale 2013 sono tutte immagini che abbiamo nella memoria”.
“Tocca a chi regge il territorio coordinare l’emergenza, – concludono dal Bard – ma attenzione: la provincia con questi poteri non è quella attuale, dei sindaci, senza risorse né competenze, un tentativo mal riuscito di cancellare l’ente per auto-estinzione. Noi vogliamo una provincia elettiva, fortemente autonoma, dotata di rappresentatività e risorse: un ente di vera rappresentanza del territorio, che deve quindi tornare anche nella sede appropriata. Perchè vendere Palazzo dei Rettori, una volta partita la Prefettura? Quello è il simbolo del potere di Venezia e Roma, che nei secoli scorsi hanno occupato la sede dei rappresentanti della comunità, costringendoli a trovare un’altra sistemazione. Riprendiamocelo: quel palazzo deve diventare la sede della “nuova” Provincia – anzi, della Comunità Autonoma di Belluno Dolomiti -, l’emblema del nuovo corso del Bellunese, un simbolo per questa terra di liberazione e di rivincita”.