Con sentenza depositata l’8 settembre 2015 il Tar del Lazio ha stabilito la legittimità della revoca disposta dal Comune di Borgorose di una delibera che autorizzava l’appalto per la realizzazione di un impianto di cremazione. La retromarcia del Comune, infatti, secondo i giudici è giustificata dalla palese contrarietà dei cittadini alla realizzazione del manufatto. La volontà popolare, il pressing dell’opinione pubblica, insomma, ha legittimano il diniego del Comune anche a gara assegnata.
Si tratta di una sentenza che potrebbe fare storia, in un Paese come il nostro, dove i comitati civici che si oppongono a progetti invasivi hanno totalizzato 354 casi nel 2012 (Fonte Osservatorio Nimby Forum). Gli anglosassoni lo chiamano effetto Nimby, acronimo di Not in my back yard, non nel mio cortile. Ossia quella reazione dei cittadini in difesa a quelle opere ritenute dannose alla salute o all’ambiente.
E del resto, se come ha detto e scritto il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio la corruzione in Italia è arrivata al punto di creare grandi opere con lo scopo di distribuire tangenti, non ci si deve meravigliare se i cittadini si ribellano.