Appello all’unitarietà di tutti i sindaci bellunesi sul fronte sanità: lo lancia il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti all’indomani dell’audizione in quinta commissione regionale.
“Le Conferenze dei Sindaci dell’Ulss 1 e Ulss 2 hanno espresso il loro no all’unificazione delle aziende sanitarie, oltre a aver ribadito la contrarietà all’azienda zero e alla cancellazione dei direttori dei servizi sociali; ora i primi cittadini devono mantenere questa rotta.”, spiegano dal Bard.
Il Presidente della Regione, Luca Zaia, proprio in questi giorni ha inviato un “questionario” ai sessantasette sindaci della provincia sulla questione sanità: la risposta deve arrivare a Venezia entro 60 giorni e il dubbio è che qualcuno possa esprimere posizioni diverse rispetto a quella unitaria della Conferenza dei Sindaci.
“A preoccuparci – continuano dal movimento – è soprattutto la situazione tra i sindaci dell’Ulss 1: sappiamo che i primi cittadini feltrini sono compatti nella difesa dell’istituzione e dei servizi, mentre più possibilisti erano stati i sindaci dell’azienda bellunese. Solo una forte presa di posizione dei sindaci delle terre alte è riuscita a mettere nero su bianco un “no” deciso all’unificazione”.
“E’ necessario che tutti i primi cittadini ribadiscano chiaramente la bocciatura di questa riforma; azienda zero, riduzione dei servizi sociosanitari, eliminazione dei centri di controllo delle comunità locali delle Ulss 1 e 2: a tutti questi temi va dato un chiaro rifiuto. – concludono dal Bard – Nel momento in cui la politica regionale e nazionale vanno contro il federalismo e l’autonomia, nel segno del centralismo, serve un segnale da parte degli amministratori locali. Il territorio bellunese non è come il resto del Veneto, lo riconosce anche lo Statuto regionale. I nostri sindaci alzino la testa, pretendendo il riconoscimento di questa specificità; l’abbiamo ottenuta, ora rivendichiamola, riempiendola di atti concreti”.