La mozione presentata oggi dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Sergio Berlato, nella quale si chiede che: “la scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti” è stata approvata oggi al termine della seduta del Consiglio Regionale del Veneto con 24 voti a favore e 9 contrari.
La mozione, che si basava sull’art. 26 della Costituzione, sulla Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e sulla Convenzione UNICEF sui diritti dell’Infanzia per sottolineare la priorità delle scelte dei genitori nell’istruzione e nell’educazione dei figli soprattutto nell’ambito dell’educazione all’affettività e alla sessualità, ha suscitato un ampio dibattito tra i consiglieri. Elena Donazzan (assessore ed esponente di FI) ha sottolineato che “c’è troppa ideologizzazione violenta su questo dibattito” e che il Veneto, “che ha già dato un messaggio chiaro contro l’introduzione di programmi gender nelle scuole proseguirà sulla strada già intrapresa”. Per Alessandra Moretti (PD), invece, occorre evitare assolutamente di proporre posizioni in malafede o con eccessivo fervore ideologico: “siamo in un polverone creato sul nulla: la riforma definita come ‘buona scuola’ non contiene nulla di quello che viene indicato in questa mozione e non risulta assolutamente che nelle scuole venete sia in atto un’introduzione surretizia di tematiche non condivise con il mondo dei genitori”.
Nel dibattito sono intervenuti Stefano Valdegamberi (LZ), Massimiliano Barison (FI), Riccardo Barbisan (LN), Stefano Casali (LT), Antonio Guadagnini (INV), tutti per confermare il voto favorevole alla mozione; contrari invece Jacopo Berti (M5S), Stefano Fracasso (PD), Claudio Sinigaglia (PD). Per Berti la mozione è “rigurgito di una destra reazionaria destinata a sparire dall’Italia e dal Veneto”. Per Casali, al contrario, “ben vengano mozioni preventive come questa, perché moltissimi genitori e famiglie temono che camuffando il tema di contrastare il bullismo o l’omofobia, si inseriscono nei programmi di istruzione idee che non hanno titolarità alcuna nell’educazione scolastica”.