Mi sento di intervenire con alcune considerazioni dopo la lettura, sui quotidiani di questi giorni, del negativo andamento demografico che caratterizza la provincia di Belluno.
Confartigianato Belluno da due anni a questa parte, nel presentare le difficoltà del nostro territorio, ha sempre fatto presente la circostanza per cui a Belluno la crisi è arrivata più tardi rispetto ad altri territori, ma andrà via anche più tardi.
Questa puntualizzazione, se condivisa, dovrebbe incidere sulla programmazione strategica riguardante il nostro territorio, soprattutto quella legata alle deleghe da parte della Regione Veneto ai sensi della legge 25/2014 sulla specificità Bellunese. E’ importante questa attenzione al nostro territorio, perché ci sono differenze evidenti con la pianura. Differenze sulle quali ancora oggi non manchiamo mai di fare sottolineature, perché la “pianura” non si dimentichi.
Rispetto a questa specifica situazione della montagna, un fenomeno macro-economico che con l’avvento della crisi si è registrato, riguarda la concentrazione della popolazione sulle città, al fine di ottimizzare e ridurre i costi dei servizi. Fenomeno che in pianura potrebbe anche portare benefici parlando di consumo del suolo, ma che in montagna risulta assolutamente devastante, soprattutto pensando all’Alto Bellunese, in quanto venendo a mancare le presenze manca anche il presidio del territorio. Queste presenze, umane ed economiche, ripeto, sono assolutamente indispensabili in montagna, perché non venga meno questo presidio: termine con il quale vorrei comprendere una molteplicità di aspetti e condizioni che riguardano anche la permanenza delle giovani generazioni.
Tutto ciò ha un costo, anche rilevante, che non va raffrontato al singolo intervento, bensì va visto in un quadro più generale che riguarda tutta la Regione Veneto. La mancanza di attenzione a queste situazioni, i ritardi nell’acquisizione di più ampi spazi di autonomia, la carenza di risorse non possono che portare allo spopolamento.
Non mi piace assistere al lento declino del nostro territorio perciò ho più volte detto che i Bellunesi dovrebbero mettere da parte le loro divisioni interne per concentrare le forze su ciò che interessa tutti. Abbiamo un piano? A questa domanda dovremo saper rispondere per non trovarci più come su un piano inclinato.
Giacomo Deon, presidente Confartigianato Belluno