“Per vivere meglio e più a lungo bisogna affamare le proprie cellule. Perché una cellula affamata è una sentinella sveglia, vigorosa, che capta i bisogni dell’organismo. La cellula sazia, imbottita di cibo, invece, non è reattiva e può facilmente degenerare”.
Lo ha sostenuto il professor Francesco Cavalli Sforza, docente di genetica e antropologia all’Università San Raffaele di Milano nonché divulgatore scientifico e autore televisivo (suo “L’albero azzurro”, trasmissione di successo).
Il segreto, insomma, per una vita sana e duratura, è quello di alzarsi da tavola sempre con un po’ di appetito. Un’impresa non facile, come ha sottolineato il professor Cavalli Sforza, soprattutto in Italia, dove la cucina non induce certamente a rinunciare, ma piuttosto ad abbondare.
Questa “prescrizione” del vivere sano è emersa al termine della conferenza dal titolo “Il cibo nell’evoluzione dell’uomo” che si è tenuta martedì sera in Sala Bianchi a Belluno, all’interno della rassegna “Il gusto dell’altro” organizzato da “Officine della cultura” l’associazione nata su iniziativa dell’assessorato alla Cultura del Comune di Belluno.
Cosa mangiare dunque? L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda due tipi di dieta. Quella mediterranea, ricca di verdura, frutta e pesce e la dieta dei pescatori tailandesi con pesce, riso e verdura. Il rapporto da rispettare dovrebbe essere il seguente: un 50-60% di cereali e/o carboidrati, un 15% di carne e il 25% di grassi preferibilmente vegetali. In ogni caso, la parte prevalente della dieta dovrebbe essere composto da frutta e verdura.
Sulla questione OGM il professor Cavalli Sforza ha affermato che “non dovrebbero destare tanta preoccupazione, considerato che cereali e animali sono stati tutti modificati nel corso della storia”. Un esempio per tutti la selezione delle razze dei cani in base alle loro caratteristiche praticata dall’uomo.