“E’ così che il governo Renzi garantisce l’autonomia e riconosce la specialità della montagna, come dicono i suoi sul territorio? Come per la sanità, le novità introdotte sui trasferimenti agli enti locali – e in particolare l’applicazione dei costi standard – sono solo una presa in giro a danno dei comuni virtuosi come quelli bellunesi. Svuotando le autonomie locali e ricentralizzando il controllo della spesa, si può continuare a dare a chi spreca”.
Rincara la dose il presidente della Regione Luca Zaia rispetto alle preoccupazioni espresse oggi sulla stampa locale dallo Spi Cgil che ha calcolato che nel 2015 i comuni bellunesi dovranno rinunciare a circa 6 milioni di euro di trasferimenti statali. Infatti, solo il 20% dei trasferimenti sarà basato sui fabbisogni standard, mentre la parte più rilevante farà riferimento alla spesa storica a tutto vantaggio dei comuni che hanno speso di più e in maniera inefficiente.
E tuttavia, non si può ignorare che anche la Regione Veneto prima con Galan e il suo caffè al Teatro Comunale, e ora con lo stesso Zaia ha concesso poco o nulla al Bellunese. Un esempio per tutti, il demanio idrico: il 50% dei canoni fino all’agosto 2014 dovevano essere riversati in Regione in forza di un accordo di dubbia legittimità che la Provincia a guida Bottacin sottoscrisse con la Regione retta da Zaia.
“La manovra del governo è ormai evidente – prosegue Zaia – e conferma che i tagli ci sono, ammontano a cifre esorbitanti e colpiscono gli enti locali e le Regioni virtuose, come il Veneto e i comuni bellunesi, al pari di quelli spreconi. In sanità si sta verificando la stessa manfrina. E’ stata sbandierata l’applicazione dei costi standard per tagliare davvero gli sprechi e non i servizi, ma erano solo parole. Al Veneto saranno imposti tagli per circa 240 milioni di euro e dovremo ancora una volta fare i salti mortali per dare ai nostri cittadini l’alto livello di assistenza raggiunto e pagato con le loro tasse”.
“Un’applicazione vera dei costi standard con la Legge di stabilità – conclude Zaia – farebbe risparmiare 30 miliardi l’anno senza togliere nemmeno un euro alle Regioni virtuose. Questo richiederebbe però il taglio degli sprechi e che tutte le amministrazioni fossero oculate nella spesa. Invece il governo non cambia registro e impoverisce brutalmente soprattutto chi ha sempre cercato di amministrare bene, anche se in situazioni oggettivamente difficili come le realtà montane. Il rischio forte è la riduzione dei servizi ai cittadini, compresa la sanità. Il Veneto continuerà a dare battaglia in tutte le sedi, fino alla Corte Costituzionale, ma i cittadini sanno comunque a chi devono rivolgersi per questo stato di cose”.