Quasi quaranta aziende metalmeccaniche chiuse in due anni. Il 30 settembre del 2012 erano 590, nel 2014 sono rimaste 551. L’export del settore rallenta: -2,2% nei primi sei mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2013, quando già si era registrato un calo rispetto al 2012 (-9,6%). Dati in controtendenza rispetto all’andamento complessivo delle esportazioni bellunesi, in crescita soprattutto grazie alle performance dell’occhialeria. Si riduce così l’incidenza del metalmeccanico, che scende dal 19,% del 2012 al 15,2% del 2014.
Qualche nota positiva c’è. Per i prodotti della metallurgia c’è stata una crescita di oltre il 30% (ma su valori assoluti esigui), dopo un 2013 a dir poco negativo (-12,5%). Le apparecchiature elettriche e per uso domestico, al contrario, segnano nel 2014 un calo del 18,7%, mentre l’anno precedente avevano registrato numeri incoraggianti (+6%). Le esportazioni dei prodotti in metallo sono sostanzialmente stabili (+1%), ma nel 2013 erano diminuite di oltre sette punti percentuali. Crollano le vendite verso la Russia: – 11,9% nel primo semestre, a conferma dei timori già evidenziati anche dagli imprenditori bellunesi.
In provincia, il settore metalmeccanico attraversa dunque una fase di incertezza e difficoltà, sostanzialmente in linea con il quadro nazionale delineato da Federmeccanica, in occasione della giornata di “mobilitazione” promossa per chiedere alle istituzioni misure concrete a sostegno di un settore che è «il cuore pulsante dell’industria» italiana, con 1,8 milioni di occupati, 400 miliardi di fatturato all’anno e un contributo al Pil pari all’8%. In Italia, da luglio a settembre, la produzione è diminuita di un ulteriore 1,5% rispetto al precedente trimestre e dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E anche le esportazioni rallentano. A fronte delle difficoltà e dei rischi per il settore, Federmeccanica ha chiesto che il 27 novembre, in coincidenza con la tradizionale conferenza stampa congiunturale, vi sia una mobilitazione anche a livello territoriale. E così, in circa sessanta province italiane, si svolgono azioni di sensibilizzazione con la stampa locale.
«Con questa iniziativa – spiega Paolo Candiago, presidente della Sezione Metalmeccanici di Confindustria Belluno Dolomiti – Federmeccanica intende rappresentare l’importanza e il peso del comparto metalmeccanico nel contesto economico nazionale e il ruolo che esso assume, soprattutto in questa fase critica per il nostro Paese, nel creare ricchezza e benessere per l’intera collettività. Alle istituzioni chiede di intraprendere azioni a sostegno dell’industria. Per fermare il declino verso cui stiamo scivolando e per creare nuove condizioni di sviluppo, poiché soltanto dal settore manifatturiero può derivare un nuovo slancio alla nostra economia». «In primo luogo – aggiunge Paolo Candiago – occorre eliminare gli sprechi e fare quei tagli imprescindibili per destinare risorse a spese veramente produttive che abbiano un ritorno e che producano ricchezza, come gli investimenti pubblici e privati. Ci sono troppi enti anche locali non efficienti che andrebbero razionalizzati, attraverso sinergie tra più soggetti. In secondo luogo, riteniamo che i procedimenti legislativi anche a livello nazionale siano ad oggi troppo farraginosi. Pensiamo ad esempio all’“ingolfamento” parlamentare, ai tempi necessari perché una norma diventi operativa. Oggi c’è bisogno di interventi rapidi, efficaci ed effettivi. Non possiamo permetterci perdite di tempo. Il mercato non aspetta e non ci aspetta».
«A livello locale – conclude il presidente della Sezione Metalmeccanici di Confindustria Belluno Dolomiti – chiediamo interventi per migliorare la competitività del nostro territorio e quindi delle nostre imprese: penso, prima di tutto, a investimenti per il potenziamento delle infrastrutture, materiali e immateriali».