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venerdì, Settembre 20, 2024
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Continua la campagna di sottoscrizione delle Organizzazioni Sindacali e dei Patronati di Belluno. Oltre 6mila cittadini hanno sottoscritto la petizione

Tagli ai Patronati, sabato 15 Giornata di mobilitazione. Più di 1.000 firme raccolte in poche ore nei due presidi in piazza dei Martiri a Belluno e di fronte alla stazione ferroviaria di Feltre.

patronato acli inas inca cgil italuilIl 15 novembre giornata di mobilitazione contro i tagli al Fondo Patronati. Non si ferma la protesta dei Patronati contro i tagli delle risorse contenuti nella Legge di Stabilità. Per iniziativa dei Patronati bellunesi Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e Acli, dal 29 ottobre è stata avviata la raccolta delle firme di adesione alla petizione “No ai tagli ai patronati”, a cui hanno già aderito già più di 6mila cittadine e cittadini della provincia di Belluno per protestare contro una misura che, se confermata, cancellerà il diritto di ogni persona ad avere l’assistenza previdenziale e socio-assistenziale gratuita garantita da questi Istituti. La protesta, che sta ricevendo anche attestati di solidarietà da parte di Istituzioni ed esponenti politici locali, continuerà finché il Governo non si impegnerà a cancellare la norma che prevede una riduzione di 150milioni di euro del Fondo Patronati, pari a circa il 35% delle risorse complessive ad esso destinate.

Per questa ragione, anche sul territorio provinciale la mobilitazione promossa dai Patronati Inas, Inca, Ital e Acli proseguirà per tutto l’iter parlamentare di approvazione della Legge di Stabilità. Dopo il presidio di fronte alla sede INPS di lunedì scorso, sabato 15 novembre si è svolta la giornata nazionale di protesta, con iniziative unitarie. Con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica su una questione vitale per il rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti sono stati organizzati due presidi in piazza dei Martiri a Belluno e di fronte alla stazione ferroviaria di Feltre, dove in poche ore sono state raccolte più di 1.000 firme.

“Se approvata così com’è, la sottrazione delle risorse al Fondo – ribadiscono con forza i responsabili di Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil  e Acli- si tradurrebbe in un’altra tassa occulta ai danni delle persone socialmente più deboli costrette, dietro pagamento, a rivolgersi al mercato selvaggio di sedicenti consulenti, che operano senza alcun controllo e senza regole. Infatti, mentre i lavoratori e le lavoratrici dipendenti continueranno a pagare integralmente i contributi previdenziali all’Inps, lo Stato incamererà la quota oggi destinata alla tutela gratuita per destinarla ad altri scopi non precisati. Il Governo, quindi, finirà per appropriarsi di soldi che sono dei lavoratori senza specificarne l’utilizzo.Una beffa – concludono i Patronati CEPA – a cui si aggiunge un danno economico serio che aggraverà le già precarie condizioni di coloro che pagano con la disoccupazione e la povertà le conseguenze di una crisi gravissima”.

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