Nel terzo trimestre 2014 l’indagine VenetoCongiuntura di Unioncamere del Veneto segnala per il manifatturiero bellunese una variazione tendenziale (rispetto allo stesso trimestre del 2013) della produzione assai incoraggiante (+4,0%). Si tratta del risultato migliore tra le sette province venete. Nel periodo in esame anche la media regionale – già positiva (+1,2) nel secondo rilevamento dell’anno – si è confermata in crescita, sia pure in misura più contenuta (+1,0%).
Il dato di sintesi provinciale è fortemente e positivamente influenzato dalle performance delle imprese più strutturate (+6,5%) che colmano i riscontri negativi delle aziende minori (a -0,7% quelle con meno di 10 addetti e a -1,1% quelle con un numero di addetti compreso tra 10 e 49).
Dopo la consistente battuta d’arresto registrata nel trimestre precedente (–2,8%) sembra dunque riprendere fiato il manifatturiero locale in un contesto economico più favorevole ai settori export oriented come la meccanica e l’occhialeria.
Nelle imprese con più di 9 addetti l’utilizzo degli impianti ha toccato il 79% della piena capacità produttiva, 6 punti oltre la media veneta.
Dopo che nel periodo aprile-giugno era stato penalizzato da un decremento consistente (-6,2%), il fatturato interno si è riportato nel successivo trimestre, sia pure non vistosamente, in territorio positivo (+0,8%). Tale esito, leggermente migliore rispetto a quello del Veneto (+0,5%), risulta dalla media tra il +1,8% delle microimprese e il +0,7% fatto segnare dalle imprese di maggiore dimensione.
Per quanto riguarda invece gli ordini interni, ancora una volta Belluno (+1,2) ha fatto meglio della media veneta (+0,2), con le imprese fino a 9 addetti attestatesi al +3,7% e quelle con 10 o più dipendenti ferme al +0,5%.
Mentre a livello regionale la crescita si è fermata al 2,6%, l’indicatore degli ordini esteri nel terzo trimestre del 2014 ha raggiunto il +10,6% (+3,4% nel primo e +2,2 nel secondo). Questo risultato, il migliore in regione, conferma ancora una volta il grado di interazione del manifatturiero locale con i mercati esterni.
Sulla spinta della ripresa del commercio internazionale, gli ordini totali hanno maturato una crescita tendenziale del 4,5%, ben al di sopra del dato veneto (+1%), con le imprese sopra i 10 addetti al +4,5% e le più piccole al +4,1%.
Per le imprese bellunesi gli ordini acquisiti alla fine del terzo trimestre 2014 sono in grado di garantire in media una quarantina di giorni di produzione, in linea con il resto della regione.
L’occupazione si è confermata la vera spina nel fianco del manifatturiero nostrano: se la dinamica a livello regionale ha messo in mostra da inizio anno una certa stazionarietà con movimenti lievemente positivi che hanno posto fine all’ininterrotta emorragia, nella nostra provincia il calo dell’1,1%, che segue quello dello 0,9% rilevato nel secondo trimestre, evidenzia il persistere di una situazione altamente critica.
Il mercato del lavoro rimane sottoposto infatti a incertezze e tensioni e ciò viene confermato anche dalle previsioni a tre mesi degli imprenditori che, al di là della prevalente stazionarietà, sottolineano l’assoluta mancanza di ottimismo per il prossimo futuro (il saldo tra la percentuale di aziende che prevedono un ampliamento di personale e la percentuale di quelle che al contrario stimano una riduzione è del -12,4%).
Nel complesso gli indicatori sono risultati migliori per le imprese con più di 10 addetti in virtù della loro maggiore penetrazione sui mercati internazionali: basti pensare che il fatturato estero delle piccole è sceso di 15 punti, mentre quello delle più grandi è cresciuto del 15,5%. Le imprese meglio strutturate, però, hanno stentato di più sul fronte interno e hanno presentato un calo occupazionale maggiore.
Tra le imprese con oltre 10 addetti, sul mercato domestico la meccanica ha registrato un incremento di ordini del 7,8%, mentre l’andamento delle medie imprese dell’occhialeria, annullando i riscontri positivi delle grandi, ha spinto al ribasso l’indicatore (-1,5%). Le altre attività manifatturiere, da sempre in forte difficoltà per la stagnazione dei consumi, hanno lascito sul campo ben 8 punti percentuali. Anche negli ordini esteri la meccanica (+16,5) ha fatto meglio dell’occhialeria, salita rispetto a un anno fa del 5,7%.
Una conferma del fatto che le difficoltà persistono deriva dalla lettura delle aspettative degli imprenditori per i prossimi tre mesi: il saldo percentuale tra pessimisti (chi si attende un calo di produzione, fatturato, ordini interni, ordini esteri e occupazione) e ottimisti (chi ne prospetta una crescita) si è rivelato negativo per tutte le variabili, anche se con un sentiment migliore rispetto al secondo trimestre, con l’eccezione degli ordini esteri e soprattutto dell’occupazione.