Continuo ad osservare con estremo interesse la traiettoria autonomista dolomitica.
Sono sempre stato convinto che l’unica strategia efficace sia quella di sparigliare le carte e cambiare istituzione di riferimento, passando dall’Italia ad un Veneto sovrano e federale: sono indipendentista solo per questo motivo!
Da quando il PD ha preso a quore (la q è voluta) la questione autonomista locale, questa ha assunto toni sorprendenti.
Le evoluzioni alle quali mi riferisco nel titolo, nulla attengono al concetto di sviluppo. Esse si riferiscono alle piroette e capriole che con assoluta disinvoltura si riescono a far passare per eccezionale opportunità.
Venerdì ho mantenuto un impegno preso col relatore, accomodandomi in prima fila nella serata conclusiva della cavalcata provinciale di Sergio Reolon: cambio di passo! (Avrete certamente visto la pubblicità)
Il racconto di cosa sia la legge regionale 25 che definisce la sostanza della specificità dolomitica è stato istruttivo, oltre che confermare la mia ammirazione per i nostri rappresentanti regionali per il risultato raggiunto.
La cosa è diventata grottesca quando si è cominciato a far passare il concetti di straordinaria opportunità… di “compitino” da svolgere per bene a casa… di nobile scopo per accreditarci per ulteriori futuribili sviluppi!?!?!
Alcuni dati per sostanziare la mia incredulità:
- la legge 25 si riferisce all’autonomia che il Veneto ci concede. Le competenze decentrate sono esclusivamente quelle che prima competevano alla regione. Nessuna efficacia sullo strangolamento esattoriale italiano.
- l’area vasta bellunese ha un credito (differenza tra tasse pagate e servizi ritornati) con l’Italia stimabile in 1 miliardo di euro all’anno (4200 euro pro-capite all’anno)
- tutta la questione della specificità vale per la nostra terra 30, forse 40 milioni di euro ogni anno. Poiché stiamo parlando di 210.000 dolomitici, sono meno di 16 euro al mese pro-capite: a confronto gli 80 euro di Renzi sono fantascienza!
- nel 2013 il bilancio della provincia davvero-autonoma di Trento ha avuto un avanzo di cassa senza destinazione d’uso (leggi: soldi dei quali non sanno cosa fare) di 260 milioni di euro: 6 volte tutta la specificità dolomitica!!!
Poiché Sergio Reolon mi ha posto pubblicamente ed enfaticamente la domanda “Sei sicuro che l’indipendenza del Veneto porterà benefici per le Dolomiti?”, ma ha poi chiuso la riunione senza darmi possibilità di replica, rispondo qui:
“ No, non sono sicuro. Sono tuttavia sicuro che dall’Italia non verrà mai nulla. Maggiormente finchè sostenitori del “pitost che nient…” come lei saranno chiamati a rappresentare le istanze della nostra montagna!”.
Massimo Vidori – coordinatore Indipendenza Veneta Dolomiti