Venerdì 31 ottobre, alle ore 18.00, in Sala “Bianchi”, si terrà la conferenza “La propaganda della Prima Guerra Mondiale nelle riviste dell’epoca” a cura di Marco Mondin, promossa dalla Mediateca Regionale, con l’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con la Biblioteca civica di Belluno, in occasione delle celebrazioni del 99° anniversario della Prima Guerra Mondiale.
Tra 1914 e 1918, le riviste illustrate e i giornali a fumetti furono fondamentali in tutta Europa per creare e sostenere il consenso delle masse alla guerra. In Italia, periodici molto popolari come La Domenica del Corriere e L’Illustrazione italiana e fogli per l’infanzia come Il Corriere dei Piccoli furono il teatro privilegiato di una narrazione fantastica e accattivante della guerra, che risultò decisiva nell’impedire che il sostegno morale e popolare al conflitto venisse meno nei momenti più difficili tra 1916 e 1917.
L’importanza del racconto per immagini in un paese ancora largamente analfabeta come l’Italia è ovvia: le coloratissime tavole di Achille Beltrame, sulla Domenica, divennero ben presto (e in larga misura sono ancora oggi) l’immagine stessa della guerra nell’immaginario collettivo, ma anche il pubblico più borghese e colto dell’Illustrazione, che utilizzava prevalentemente ricche pagine fotografiche, si abbeverava alla stessa fonte iconografica e retorica.
La guerra venne presentata come uno sforzo corale della nazione, eroico ed estetico: le battaglie in montagna (la cui importanza venne largamente esagerata) furono l’occasione per dipingere il conflitto moderno come uno scontro arcaico e nobile, tra guerrieri-gentiluomini e valenti sportivi. In questa mistificazione fantastica del conflitto, i fumetti per bambini rivestirono un ruolo notevolissimo. I bambini vennero riconosciuti come parte integrante del consenso familiare allo sforzo bellico (a sua volta decisivo per mantenere la disciplina tra i padri/mariti/figli maggiori in grigioverde al fronte), ma anche come i soldati di domani.
L’infanzia divenne così obiettivo di un racconto di fantasia particolarmente abile e fortunato, in cui i principi della cultura di guerra (la necessità di combattere, la santità del conflitto, la dimensione demoniaca e bestiale del nemico) vennero adattati attraverso i fumetti al pubblico dei minorenni.
Marco Mondini, Normalista, è ricercatore presso l’Istituto Storico Italo Germanico-FBK di Trento, dove coordina il progetto “1914-1918”, e insegna all’Università di Padova. E’ consulente scientifico della Struttura di missione governativa per il centenario della Grande Guerra. Tra le sue pubblicazioni: La politica delle armi. Il ruolo dell’esercito nell’avvento del fascismo (Laterza, 2006), Alpini. Parole e immagini di un mito guerriero (Laterza, 2008), Generazioni intellettuali (edizioni della Normale, 2011) e la cura di Narrating War. Early Modern and Contemporary Perspectives (Duncker&Humblot 2013, con M. Rospocher). Il suo libro sulla Grande Guerra in Italia (La Guerra italiana. Partire, raccontare, tornare 1914-1918) è appena stato pubblicato dall’editore Il Mulino.
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