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51mo anniversario del disastro del Vajont. Intervento di commemorazione del sindaco di Longarone Roberto Padrin

Roberto Padrin
Roberto Padrin

Cari Superstiti e sopravvissuti,

carissimi concittadini, Autorità civili e religiose,

Vi porgo il saluto, sincero e grato, mio personale e dell’intera nostra comunità…

ci troviamo qui riuniti…per non dimenticare! Per non cancellare dalla nostra anima una data, quella 9 ottobre 1963, dove dovrà rimanere scolpita per sempre.

Dopo 51 anni possiamo dire che ora tutto il mondo conosce la nostra tragedia e tutto il mondo sa che non si dovrà ripetere. La tenacia con la quale le nostre popolazioni hanno saputo coltivare la “memoria” ha permesso che il messaggio rappresentato dalla tragedia del Vajont sia veramente diventato un monito universale. Abbiamo constatato con mano, nel corso del 2013, la portata di questo “valore”.

Questo ci offre la consapevolezza che con il rispetto dell’umanità e della natura riusciremo a realizzare una società migliore.

Alla vigilia delle celebrazioni del 50° anniversario, le amministrazioni dei Comuni di Longarone, Castellavazzo, Erto-Casso e Vajont avevano sottolineato come, dopo cinquant’anni, il disastro potesse essere consegnato alla storia. Le intense iniziative svolte durante tutto il 2013 sono state caratterizzate da tale obiettivo e la profondità partecipativa, ad ogni livello, ha marcato fortemente la volontà di noi tutti verso questa direzione. Ricordiamo le scuse di Stato, le visite istituzionali, il coinvolgimento dei soccorritori, il progetto di scrivere del disastro sui libri di storia scolastici, le iniziative svolte con le nuove generazioni, l’attenzione degli occhi del mondo sulla tragedia, ma soprattutto i momenti di raccoglimento della comunità. Le nostre comunità hanno rivissuto con straordinaria emozione i momenti tragici e i nostri giovani ne hanno colto, appieno, il significato.

Sapranno, ne sono certo, testimoniarlo per le generazioni che verranno.

Questo ci regala la sensazione che i nostri superstiti non sono più soli e la loro testimonianza diventerà “memoria”.

Questa volta, per la prima volta proviamo a ricordare con semplicità, senza eclatanti clamori, il più silenziosamente possibile, nel tentativo di avvicinare le nostre emozioni alla solennità che il momento richiede, dovute alla “vicinanza” con la immeritata, ingiusta, morte. Questa cerimonia che vorremmo sempre più semplice e nello stesso tempo più intensa, per la prima volta, infatti, viene svolta nel luogo dove riposano le Vittime, qui a Fortogna. Un cambio di impostazione rispetto alle annuali celebrazioni per poter stare tutti assieme a ricordare, attraverso una spiritualità assolutamente naturale.

Questa è anche la prima volta che le popolazioni di Longarone e di Castellavazzo si trovano a preparare le iniziative sotto l’egida di un unico stemma e denominazione. Il nuovo Comune di Longarone, nato il 21 febbraio di quest’anno. Un percorso impegnativo che ha portato a unire due comunità legate da una storia comune e in modo ancor più profondo dal dolore subito nella tragedia del Vajont, dimostrando, unendosi, lungimiranza, maturità e responsabilità, per poter mirare al futuro con maggior fiducia e speranza.

Il futuro, difatti, per le nostre comunità, non potrà mai più prescindere dalla nostra storia e da quello che accadde la notte del 9 ottobre 1963. Deve, altresì, guardare anche al dopo, alla straordinaria capacità di risollevarsi, di costruire un nuovo tessuto sociale, che oggi può testimoniare alle giovani generazioni i valori forti della solidarietà.

La lezione del Vajont ci insegna che oggi più che mai occorre dare speranza e sicurezza alle nostre comunità. E’ la motivazione che mi impone di invocare, quotidianamente, l’attenzione verso la sicurezza dei territori che viviamo, affinché non si debba trovarsi ancora a declinare altri dolori, per superficialità, omissioni, incuria, se non addirittura spregiudicatezza.

Solo un paio di mesi fa nella vicina Refrontolo abbiamo assistito ad una tragedia che ci ha profondamente colpito. Genesi chiaramente diversa dal Vajont, ma fatta di superficialità e poco rispetto della natura. Anche in questo caso mi sento di dire che il Vajont non ha insegnato nulla. Purtroppo queste mie sono solo parole; devono seguire fatti concreti perché ancora, con troppa frequenza, in qualche parte d’Italia si registrano eventi calamitosi cui si rimane impotenti spettatori.

NON E’ GIUSTO!

In questo luogo, il 9 ottobre, nella “giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali”, possiamo dirlo ancora più forte.

NON E’ GIUSTO!

Dover piangere ancora vittime innocenti che pagano il prezzo per ciò che si poteva fare e non si è fatto…Occorre rispetto verso la persona e i suoi valori.

Longarone non lesinerà e risparmierà sforzi per restituire la solidarietà ricevuta, né per istituzionalizzare la sciagura vissuta attraverso una collocazione sempre più vasta. Chi mi ha preceduto nel ruolo di Sindaco ha sempre svolto questa funzione, con il “cuore a mille”, ed è il “sentire” che provo anch’io.

Sono passati 51 anni, ma per noi quest’anno è identico allo scorso, e lo sarà anche il prossimo e quelli di là da venire. Il 9 ottobre è la giornata della memoria, è la giornata del lutto, la giornata della riflessione. E il mio pensiero va sempre ai superstiti e ai sopravvissuti, alle loro famiglie, a chi ha patito un dolore tremendo e ci aiuta a fare memoria.

Associazioni, Comitati, Gruppi di cittadini che hanno contribuito con la Fondazione Vajont a trasmettere il messaggio di questa tragedia nelle scuole. Lunedì scorso per suggellare il lavoro portato avanti in questi anni abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca lanciando un concorso a livello nazionale per le scuole secondarie di primo e secondo grado che permetterà in maniera definitiva di portare il Vajont in tutte le scuole. Un risultato straordinario di cui sentirci orgogliosi.

Un obiettivo immediato su cui stiamo lavorando è rappresentato dalla volontà espressa dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Vajont di voler proporre la candidatura del “fondo processuale del Vajont” per la registrazione documentale entro il prestigioso International Memory of the Register dell’UNESCO. La candidatura del “Vajont memoria del mondo” è dunque decollata e nelle prossime settimane comincerà l’attività per predisporre la richiesta di Nomination, attraverso una collaborazione tra la nostra Fondazione Vajont, l’Archivio di Stato di Belluno e l’Associazione Tina Merlin.

Desidero, infine, nel chiudere questo intervento, ringraziare tutti i presenti, ma anche coloro che non hanno potuto esserci perché impossibilitati.

Ora, per usare le parole di Don Gabriele Bernardi, il nostro Parroco, sappiamo che “il 9 ottobre è un appuntamento con la storia, con la nostra storia, la ricerca della vita, la chiamata rivolta ad ognuno di noi a dare un senso, una strada al dolore, il bisogno di speranza, un desiderio di resurrezione, una proposta al cielo. Dove la vita trova la morte e dove la morte trova la vita”.

1.910 Angeli ci guardano e pregano per noi…non possiamo dimenticare.

Longarone, 9 ottobre 2014

NOTA INVIATA DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEL MINISTRI MATTEO RENZI AL SINDACO DI LONGARONE ROBERTO PADRIN letta in occasione della commemorazione civile

Al sindaco di Longarone

Roberto Padrin

Caro sindaco,

è difficile trovare parole, anche dopo 51 anni, per un dolore che non passa. E che ritroviamo lì, ogni anno, prigioniero di quei duecentosessanta milioni di metri cubi di roccia che spazzarono via cinque paesi e uccisero 1.910 persone. Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova, Faè: nomi scolpiti nella memoria nazionale. Ma la memoria non basta.

Ed è per questo motivo che Longarone e il Vajont sono stati tra i punti di partenza anche della mia campagna per le primarie. Quando ho ascoltato le testimonianze dei sopravvissuti al disastro ho sentito risuonarmi dentro solo due sole parole: mai più. Longarone è un monito. Ma la memoria, dicevo, non basta e non bastano i moniti: a noi è chiesto di prevenire. Perché il sacrificio di quelle vite e di quei territori non diventi vano.

Come sindaco, e sindaco di una città che all’acqua deve molto ma che all’acqua ha anche pagato un grande tributo, sapevo che la difesa del territorio non è una priorità: è LA priorità. E la stessa priorità ho mantenuto una volta al governo: di questo si occupa “Italia sicura contro il dissesto”, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Ben sapendo che la tutela del territorio non può essere delegata soltanto agli “altri”, solo a chi governa ma deve essere impegno quotidiano e cura di tutti.

Caro sindaco, Longarone oggi è anche il simbolo dell’Italia che si rialza, dell’Italia che ce la fa. Ed è da questo simbolo di fiducia che occorre ripartire: quello di un paese con tante ferite ancora aperte ma, coraggiosamente, in piedi.

Matteo Renzi

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