Sono un bellunese che vive a Mosca e lavora qui per un colosso americano dell’informatica.
A proposito della tesa situazione Russia-Ucraina, le sanzioni contro la Russia e la risposta russa (embargo), volevo inviare una precisazione.
Leggo su Bellunopress che la stretta sulle importazioni decisa dal Cremlino sta annientando le già in difficoltà agricoltura e industria bellunesi ed italiane.
Per rendere la pillola meno amara, si vuol far credere che a causa di ciò i prezzi degli alimentari in Russia sia enormemente cresciuto causando malcontenti. Insomma, che il malvagio Putin, a differenza dei bravissimi Stati Uniti e UE che attaccano solo gli “oligarchi”, stia azzannando le economie europee ma allo stesso tempo faccia del male anche ai suoi cittadini.
È falso.
Frequento abitualmente tre supermercati, di cui uno europeo e due russi. Non solo i prezzi non salgono e rimangono stabili o calano, ma se spariscono le merci italiane iniziano a subentrare prodotti clone. Per esempio mozzarelle bielorusse, salami sudamericani, pesce dal Pacifico. Buon cibo? Assaggiandolo, è valido. E nel caso venga annullato l’embargo, non penso che tutte queste nuove produzioni saranno cacciate via subito per tornare a importare amorevolmente dall’Italia. Per ora il mio unico disagio è non riuscire a preparare il tiramisù ai colleghi perché non trovo il mascarpone, ma tra poco avremo il clone pure di quello: armeno.
In vista delle nuove sanzioni dei valorosi USA e UE (ripeto, loro sono sempre nel giusto, sono gli sceriffi del mondo) qui si vocifera che ci si prepara ad attuare un ulteriore micidiale embargo, stavolta contro il tessile e l’hi-tech.
La Russia, forte di gas e petrolio di cui è prima esportatrice mondiale, se sanzionata ancora dagli strateghi europei guarderà a Est. E se sarà spinta a un’alleanza economica con la Cina (e magari l’India), l’UE potrà presto chiudere baracca e burattini.
Fabrizio Soppelsa – Mosca