“Le norme contenute nello sblocca Italia confermano la volontà politica del Governo Renzi: favorire lo sfruttamento delle fonti fossili a discapito dei territori e dell’ambiente”.
Lo afferma in una nota Gianni Girotto, capogruppo del Movimento 5 Stelle X Commissione in Senato.
“La conferma arriva da una prima lettura del provvedimento circolata fuori sacco – prosegue la nota – e dalla quale si apprendono importanti novità, in particolare per favorire le attività estrattive di idrocarburi nella terra ferma del territorio nazionale a discapito delle economie locali come turismo e agricoltura che mal si conciliano con l’estrazione petrolifera. Con lo sblocca Italia si sostituiscono le vecchie fasi di prospezione, ricerca e coltivazione con una concessione unica della durata di 30 anni, 10 in più rispetto alla normativa precedente, semplificando le procedure e allungando i tempi per il quale è possibile esercitare l’attività estrattiva sul territorio perfino con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni.
Inoltre viene accentrato il potere autorizzativo per la Valutazione di impatto ambientale dei progetti dalle Regioni al Ministero dell’Ambiente: entro 90 giorni le Regioni dovranno inviare al Ministero tutte le istruttorie dei titoli vigenti e dei procedimenti in corso. Un duro colpo di mano alle amministrazioni territoriali e locali per favorire le attività delle compagnie petrolifere e compromettere lo sviluppo dell’economie locali del settore agricolo e turistico, fortemente legate alla valorizzazione e alla tutela della bellezza del territorio e del paesaggio. Il futuro del nostro Paese non può essere distorto dall’incapacità del Governo Renzi di non voler vedere oltre le vecchie logiche di potere, nel quale si continua a tutelare un gruppo di interesse particolare senza guardare al resto del Paese fatto di industrie, imprese e giovani che vogliono costruire il loro futuro.
Domani Renzi – conclude il senatore Gianni Girotto – avrebbe fatto più bella figura se avesse posto al centro del dibattito politico la necessità per l’Europa di adottare dei target vincolanti al 2030 sulla riduzione dell’emissioni, sul risparmio energetico e la produzione delle energie rinnovabili per rilanciare la creazione di lavoro e occupazione proponendo un nuovo modello di sviluppo industriale ed ecologico, come sta facendo la Germania, la Danimarca e gli altri Paesi europei, che dal nostro attaccamento al fossile conseguiranno un ulteriore vantaggio tecnologico ed economico”.