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domenica, Settembre 15, 2024
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Emergenza in Comelico. Confindustria Belluno Dolomiti punta il dito contro i “politici del giorno dopo” che della fragilità del territorio solo quando si verificano eventi eccezionali, ma non si impegnano a sufficienza per prevenire queste situazioni critiche

confindustria belluno dolomiti«Troppo facile firmare lo stato di crisi, promettere soldi per interventi attesi da tempo e approfittare di queste situazioni di vera emergenza per le solite stucchevoli dichiarazioni d’intenti. Bisogna agire preventivamente, con provvedimenti concreti e con azioni che permettano di risolvere i tanti problemi segnalati anche dalle associazioni di categoria, l’ultima volta non più tardi della scorsa settimana». E’ dura la presa di posizione di Confindustria Belluno Dolomiti su quanto sta succedendo in Comelico, un’area messa in ginocchio da frane e smottamenti, per di più nel pieno della stagione turistica. L’associazione industriali punta il dito, in particolare, contro «i politici del giorno dopo», che «si accorgono della fragilità del territorio solo quando si verificano eventi eccezionali, ma che non si impegnano a sufficienza per prevenire le situazioni di emergenza. Anzi, in molti casi sono proprio loro i primi responsabili dei problemi che adesso dicono di voler risolvere».

«E’ intollerabile – prosegue Confindustria Belluno Dolomiti – vedere che i nostri rappresentanti politici accorrano al capezzale di una comunità ferita, visto che, sino ad ora, non si sono preoccupati molto della manutenzione del nostro territorio. Ricordiamo, ad esempio, che l’insieme degli stanziamenti deliberati in sede regionale per lavori di natura idraulica per il 2014 (includendo le opere urgenti a seguito degli eventi calamitosi di gennaio e febbraio 2014, fondi FAS a difesa del suolo, l’accordo quadro quota 2014, i contributi ai consorzi di bonifica, le progettazioni, la programmazione dell’ex Genio Civile, i contributi per la pulizia degli arenili) ammonta a oltre 71 milioni: si tratta sicuramente di un impegno significativo. Peccato che la quota riservata alle opere nella nostra provincia sia di appena 5,4 milioni, pari al 7,6%, a fronte di un territorio che occupa il 19,9% della regione. Che cos’hanno fatto i nostri rappresentanti politici, gli stessi che oggi si affannano per mostrarsi interessati all’emergenza, per aumentare questa percentuale? Perché chi aveva promesso di essere l’assessore dei bellunesi non è intervenuto per riequilibrare questa oggettiva disparità di trattamento? Perché chi adesso dichiara che “è necessario fare squadra” è stato spesso il primo ad agire nella logica esclusiva del proprio tornaconto politico? Sappiano, questi signori, che la pazienza delle nostre imprese è finita. Lo abbiamo detto martedì scorso, in una conferenza stampa con tutte le associazioni di categoria. Lo ripetiamo oggi, a seguito di quanto accaduto in Comelico».

«A questo punto – conclude Confindustria Belluno Dolomiti – manca solo che i soldi del demanio idrico, trasferiti dalla Regione alla Provincia con la legge sulla specificità da poco approvata, siano sottratti alla difesa del suolo per ripianare il buco di bilancio di Palazzo Piloni. Sarebbe l’ennesima inaccettabile beffa non solo per le imprese, ma per tutti i bellunesi».

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