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domenica, Settembre 8, 2024
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Specificità e autonomia, la disperata tesi trionfale del Pd * di Tomaso Pettazzi

Tomaso Pettazzi
Tomaso Pettazzi

Su tutti i media locali prosegue la campagna autoreferenziale del Pd, a sostegno della  tesi, che giudico disperata, che il testo scaturito dal dibattito al Senato sulle aree montane blindi il nostro territorio. Inoltre lo stesso Pd tappezza i muri della Provincia con un manifesto dove volutamente equivoca tra ‘specificità’ ed ‘autonomia’. I Bellunesi cadranno nell’inganno? La legge regionale approvata a fine luglio (il famoso art. 15) parla infatti di specificità, che è altra cosa da autonomia.

Tale esultanza si dimostra effimera, se non  menzognera, alla luce di autorevoli pareri e prossimi interventi sulla stampa o in pubblici incontri, che espressamente recitano…” con questa riforma in prima deliberazione da parte del Senato, le aree montane non sono per nulla garantite (art. 39, comma 4 del ddl 1429-A). Il che significa che, non essendo più elemento costitutivo della Repubblica ai sensi dell’art. 114, comma 1, il legislatore ordinario può disporne come vuole, accorpandole ad altre (Treviso?) e sopprimerle definitivamente”.

Non solo. In questo monologo sul proprio attivismo, il consigliere regionale Reolon e il deputato De Menech escludono dai meriti chiunque altro ha effettivamente partecipato al risultato regionale, che ha avuto più protagonisti. Ricordo loro al riguardo anche la forza delle 19.000 firme per il referendum provinciale del 2010, la manifestazione del 28 ottobre 2012 con quasi cinquemila Bellunesi in Piazza Duomo a favore dell’Autonomia (quella vera, non il simulacro del titolo V°), le decine di referendum comunali a favore dell’unione coi territori autonomi, i 10.000 voti alle elezioni ricevuti dall’Eurodeputato Dorfmann in Provincia. Caro Reolon, se questo non è spostamento di voti…

Infine stigmatizzo lo scaricabarile che lo stesso Pd esegue nei confronti della regione Veneto, addossando ad essa l’eventuale fallimento della legge 24 che attua la specificità contenuta nello Statuto. Non sono certamente un difensore dell’attuale governo regionale, ma faccio loro presente che il Veneto è governato da una maggioranza Lega-Pdl che, nonostante i distinguo, ha votato a stragrande maggioranza per la nostra specificità. Mentre a Roma la maggioranza bulgara della sinistra+Ncd+Fi ha ‘partorito il topolino’ per la montagna. Una maggioranza che procede nella creazione di uno Stato sempre più centralista,  avocando a sé la maggior parte delle funzioni (con relative dotazioni finanziarie) che Venezia dovrebbe delegarci con la specificità. Un evidente e palese controsenso. Spero che i Bellunesi se ne accorgano.

La ministra Boschi (Pd) ha detto recentemente che in politica le bugie non devono esistere. Cominci il Pd bellunese e veneto a comportarsi coerentemente. Solo in questo modo potrà esserci quella vera collaborazione tra le diverse anime bellunesi alla ricerca del nostro bene.

Tomaso Pettazzi

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