Il fagiolo Bonel di Fonzaso, il Gialet della Valbelluna, la zucca santa e il Mais Sponcio, quattro eccellenze della biodiversità bellunese, partono per Bruxelles. Sono infatti le sementi di queste quattro varietà tipiche bellunesi a rappresentare il nostro territorio in quella che si prospetta essere una delle più massicce e originali proteste a livello europeo.
Ne dà notizia Tiziano Fantinel, del Gruppo coltivare condividendo. “In questi giorni – spiega Fantinel – una miriade di gruppi, associazioni, realtà e singoli cittadini europei stanno inviando al Parlamento e alla Commissione della Comunità Europea migliaia di semi in segno di protesta contro la paventata approvazione del regolamento sui semi. Così come è stata concepita la nuova normativa intende sostituire 12 direttive europee introducendo ulteriori limiti alla circolazione dei semi e un catastrofico livellamento delle varietà delle sementi. Un freno insomma al libero scambio tra contadini che contraddistingue l’attività dell’uomo da quando da raccoglitore è diventato coltivatore. Con buona pace delle varietà antiche, rare e locali, espressione di biodiversità indispensabili per una sicura sovranità alimentare.
Le nuove barriere burocratiche ed economiche complicheranno la vita a chi pratica e porta avanti un tipo di agricoltura tradizionale, di piccola scala, attenta all’ambiente. Stiamo rinunciando insomma a tutta quella varietà che non rientra nei canoni stabiliti dall’Unione, senza tenere assolutamente in considerazione che «l’uniformità dei sistemi produttivi che gli uomini allestiscono e rendono industriali non è adatta all’esistenza in natura. Tanto più che contemporaneamente la commissione europea sta spingendo per consentire ai famigerati OGM di essere seminati anche in Italia (contaminando così le nostre varietà tipiche, tradizionali e locali).
Ovviamente il Gruppo coltivare condividendo si oppone a tutto ciò e ha deciso di rispondere all’appello lanciato dalle principali associazioni di “salvatori di sementi e della biodiversità” europee (in primis gli amici austriaci di Arche Noah).
Invitiamo pertanto tutti, associazioni e singoli cittadini di partecipare a questa iniziativa inviando qualche semente tipica e locale, al presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz e al commissario Tonio Borg accompagnate da un appello a bloccare immediatamente questo regolamento che minaccia la biodiversità locale coltivata. Nel blog del gruppo coltivare condividendo ci sono sia il testo che gli indirizzi e anche un fax simile di busta.
Siamo sempre più allarmati dalla piega che sta prendendo la politica europea in ambito agricolo. Una politica che tende sempre più a favorire le grosse multinazionali, l’agroindustria e a penalizzare i piccoli coltivatori.
Siamo convinti che siamo in una fase davvero cruciale. Un momento in cui dovremo scegliere tra due modelli non solo agricoli ma di stile di vita. Da un lato l’agricoltura tradizionale, basata sulla biodiversità, sulla sostenibilità, sulle coltivazioni tipiche e locali, spesso familiari, sulle filiere di fiducia e la tracciabilità, su produzioni legate e che identificano un territorio (quindi un coltivare legato al turismo). Dall’altro un modello che ha perso i connotati di agricoltura e si avvicina sempre piu’ a una concezione industriale del coltivare, quindi monocultura intensiva, piena di concimi chimici, diserbanti, pesticidi, che “sfrutta la terra” (incurante della fertilità del suolo e dell’impatto ambientale). Mai nessuna rotazione e unico obiettivo “il massimo profitto e la massima resa” (incuranti di salubrità, sostenibilità e tipicità) Un coltivare non più tipico ma globalizzato, uguale in tutto il mondo e che ha come sua ultima degenerazione gli OGM e i gli ibridi CMS
E’ ora di far sentire la nostra voce – conclude Tiziano Fantinel – , di dire basta a queste imposizioni dall’alto che scontentano la stragrande maggioranza dei coltivatori e dei “consumatori”, che mettono a repentaglio salute, ambiente, tipicità in nome del profitto di pochi
Invitiamo pertanto tutti a partecipare a questa iniziativa ma anche a chiedere a viva voce”.
ZERO OGM – SI BIODIVERSITA’- CIBO SANO PER TUTTI !
Cercando, tutti assieme, di squarciare l’inquietante silenzio (di politici, ministri, giornali, tv e media) che avvolge questioni cruciali come quelle dell’alimentazione, del coltivare, e soprattutto dell’imminente rischio di contaminazione da OGM che minaccia anche il nostro Paese.
Parleremo di questo e molto altro in un convegno che si svolgerà venerdì 7 marzo a Calalzo di Cadore, uno dei 3 comuni bellunesi anti-transgenici e amici della biodivesità
Gruppo coltivare condividendo