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Elettrodotto Terna. Ora la parola agli esperti. Le soluzioni tecniche esistono: corrente continua e cavi interrati. Ecco la perizia del pool di professionisti commissionata dall’Azienda agricola Miari Fulcis

Simulazione dell'elettrodotto
Simulazione dell’elettrodotto

Una perizia tecnico-legale di 130 pagine che fa a pezzi il progetto di Terna di Razionalizzazione e sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) nella media valle del Piave.

Lo ha commissionato l’Azienda agricola Miari Fulcis Chiara ad un pool di professionisti, il professor Giovanni Campeol, con studio in Treviso, già docente di Valutazione ambientale strategica, Università Iuav di Venezia, l’ingegner Ariano Mantuano, con laboratorio di ingegneria a Rimini, docente in impianti elettrici e consulente di vari Comuni, l’avvocato Francesco Vettori con studio in Vicenza. Ed una serie di collaboratori, l’architetto Cristina Benvegnù di Belluno, esperta in analisi e valutazione ambientale, l’architetto Lorella Biasio di Quinto di Treviso, esperta in analisi e valutazione ambientale, l’architetto Silvia Foffano di Preganziol, esperta in analisi e valutazione ambientale, e il dottor Davide Scarpa, di Mira, master in conservazione della biodiversità, aree protette e reti ecologiche.

L’approccio, tengono a precisare gli esperti in premessa, non è del tipo localistico “(Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile”), e dunque le osservazioni oltre a valere specificatamente per l’area dell’Azienda agricola, per la quale lo studio è stato effettuato, hanno certamente rilevanza generale sul progetto dell’elettrodotto che interessa il castionese. Oltre a fornire a Terna la soluzione ottimale, sotto il profilo tecnico e paesaggistico per attuare l’adeguamento della rete elettrica.

Il dossier si può sintetizzare in tre punti.

1) Sotto il profilo giuridico “La condotta di Terna – scrive l’avvocato Vettori – evidenzia plurimi aspetti di illegittimità, poiché, in evidente violazione di legge , nella presentazione del nuovo progetto, ha voluto imporre modalità e termini che non hanno potuto garantire le necessarie e dovute informazione e partecipazione”.

2) Sotto il profilo tecnico, il professor Campeol e l’ingegner Mantuano dimostrano con dovizia di particolari che la tecnologia degli impianti progettati da Terna è superata. Dai tralicci, della generazione 1945-1992, ovvero “Costruttivismo Razionalismo – Brutalismo” che tra l’altro sono in fase di smantellamento sull’elettrodotto fiorentino di Galluzzo. Alla stessa tecnologia di trasporto dell’elettricità, che è messa in discussione.

Oggi infatti si dovrebbe privilegiare la corrente continua in linee interrate, anziché la corrente alternata su traliccio.

“Il cavo in corrente continua – si legge nella perizia tecnica – è stato nel passato utilizzato per collegamenti sottomarini. Oggi, con la realizzazione dei più moderni sistemi di conversione da corrente continua in alternata, il cavo in continua viene utilizzato anche in versione terreste per collegare due stazione elettriche anche molto distanti, anzi, soprattutto se molto distanti tra loro: infatti il cavo interrato in corrente continua offre l’indubbio vantaggio, avendo reattanza nulla, di non necessitare, rispetto al cavo a corrente alternata, di circuiti di compensazione lungo il percorso.

L’affidabilità del cavo in corrente continua è comprovata da decenni di funzionamento nei collegamenti sottomarini, e questo ha spinto anche Terna a progettare la rete di interscambio con la Francia, valutandolo con una sicurezza di esercizio sicuramente maggiore rispetto al traliccio dovendo attraversare zone montuose. I vantaggi del trasporto in corrente continua sono molteplici, tra i quali una minore dissipazione di energia per perdite nel conduttore e nel dielettrico, un minore invecchiamento dello stesso isolante.

Il campo magnetico generato nei pressi è inoltre statico, quindi non in grado di provocare, come i campi magnetici variabili, correnti nel corpo umano, e comunque più facilmente schermabile con l’adozione di conduttori IRC (Integrated Return Conductor).

In relazione a ciò, un esempio di corretta pianificazione e progettazione strategica, rispondente ai due criteri fondativi (migliore tecnologia possibile e miglior tracciato), è quello di interconnessione in corrente continua ad altissima tensione tra Italia e Francia (linea Piemonte-Savoia) che permette di garantire il transito di energia elettrica transfrontaliero in sicurezza, basandosi sulla ormai più che decennale esperienza del trasporto in corrente continua con i cavi sottomarini.

L’opera (il cui progetto è stato approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico e da quello dell’Ambiente) avrà una lunghezza totale di 190 km (95 km in territorio italiano e 95 km in territorio francese).

In Italia la linea interesserà 25 comuni della Provincia di Torino sviluppandosi dalla stazione elettrica esistente di Piossasco (To) sino ad arrivare alla futura galleria di sicurezza del tunnel del Frejus, in comune di Bardonecchia.

La linea elettrica sarà realizzata principalmente in sinergia con le infrastrutture stradali e autostradali già esistenti, interessando in particolare:

– circa 17 km, lungo strade provinciali, comunali ed aree agricole;

– circa 5 km, lungo un tratto della strada provinciale 589;

– circa 66 km, lungo l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia;

– circa 6,3 km, sempre in territorio italiano, lungo la costruenda galleria di sicurezza del tunnel del Frejus.

Va evidenziato che TERNA, nel caso della linea Lienz (AT) – Cordignano (IT), che vede coinvolto il bellunese, non vuole affrontare una pianificazione e progettazione strategica per una linea da 380 kV in corrente continua e lungo un tracciato che utilizzi l’attuale autostrada A27 e la SS 51.

Normalmente la risposta che Terna fornisce – si afferma ancora nello studio – si basa su affermazioni non vere, ovvero che tale modalità non è “tecnicamente possibile”.

3) Il terzo punto è l’impatto paesaggistico. Anche qui la valutazione degli architetti è impietosa nei confronti del progetto. “La realizzazione dell’elettrodotto Terna sul Nevegal – si legge nello studio – è in piena contraddizione con gli obiettivi Unesco, sottoscritti dal Governo Italiano, in quanto detta infrastruttura modifica il valore del bene, soprattutto nei confronti del sito seriale n°3, Pale di San Martino – San – Lucano – Dolomiti Bellunesi – Vette Feltrine, delle Dolomiti UNESCO, poiché intensifica un utilizzo inadeguato del territorio; interferisce sullo sviluppo di un turismo sostenibile dell’area del Nevegal a causa del detrimento visivo e della limitazione dell’uso del suolo, per effetto dell’introduzione di fasce di vincolo”.

Una serie fotografica di immagini con simulazione dei tralicci, evidenzia come l’opera andrebbe a disturbare i cosiddetti coni ottici. “Attraverso la lettura dell’intrusione ottica, con la tecnica del contrasto cromatico, emerge una forte interferenza tra l’elettrodotto e il sito seriale n 3 dell’Unesco, tale da modificare in modo irreversibile il valore paesaggistico del bene”.

Insomma, una analisi esaustiva firmata da esperti di settore, della quale Terna e le autorità preposte non potranno non tenere conto. Oggi ancor più, alla luce di quanto è successo a Natale con un blackout che ci ha fatto arretrare di 50 anni.

Alberto De Nart

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