Con un diluvio di pagine (oltre 1600) Terna sta procedendo all’integrazione al progetto “razionalizzazione elettrodotto Polpet Scorzè” .
Da una prima lettura della sintesi tecnica appare con evidenza che Terna punta alla fascia di fattibilità alta, a mezza costa sul Nevegal. Ha già disseminato (sulla carta per ora) di piloni 380 kv la nostra montagna. Ha dato un duro colpo ai teorici del “solo fin qui”, quelli del “in mezzo al Piave”, e quelli del “Terna deve chiedere a noi”.
Altro dato che ogni volta emerge sempre più chiaro: l’obiettivo è un 380.000 volt.
Una “bestia” fatta di piloni alti dai 60 ai 70 metri che disseminerà campi elettromagnetici per 500 mt ai suoi lati. Con dei bellissimi piloni a rendere gradevole il nostro paesaggio.
E, dunque, se non passa a mezza costa, passa davanti a Belluno, sopra il Col Cavalier, sopra Visome, sopra…. , sempre con dei bellissimi piloni alti 60-70 metri, tanto quanto il campanile della Cattedrale di Belluno.
E qui bisogna chiedersi dove vuole farlo passare la politica? A mezza costa sul Nevegal o sul Piave su Levego, davanti a Belluno e sopra…. ?
Perchè sono le scelte sconsiderate della politica che hanno portato a questo risultato. Si della politica. Che ha pensato di giocare con il territorio. Quale politica?
La Giunta Provinciale del 2009 di centrosinistra e il Consiglio comunale di Belluno del centrodestra, a cui però ha partecipato anche l’opposizione di centrosinistra.
Non interessa ora se allora fu un errore, o un calcolo maldestro, o altro. Non ci interessano le colpe. Ora ci interessa sapere dove vogliono farlo passare: sul Nevegal o davanti a Belluno?
Perché ci interessa questo? Perché ognuna delle due soluzioni proposte è una porcheria per Belluno per il suo territorio e per i suoi cittadini. Ma è il logico risultato delle scelte di quella politica che ancora oggi è li, presente e fatta di nominati. E che continua in questa tiritera fatta di atti un giorno e atti a contrario il giorno dopo. Ispirata, o che ispira, pseudo-comitati capeggiati da politici in stand-by.
Queste sono ispirazioni e spinte pseudo-politiche che lasciano trapelare sottotraccia una classificazione dei Bellunesi in cittadini di serie A e serie B: quelli che possono sopportare l’elettrodotto sulla testa perché se passasse lì non sarebbe un problema ma solo una miglioria, e quelli che se passa sopra le loro teste sarebbe una catastrofe. In realtà è solo ricerca di mantenere o riprendere il consenso a buon mercato mediante tutela di interessi privati. Ma come capita sempre, sono operazioni di breve respiro che creano, solo divisione tra le parti, quando invece serve coesione per risoluzioni comuni.
E purtroppo nei media trova spazio solo la voce dei nominati della politica e non la voce dei cittadini, anche se in questi anni quest’ultima sicuramente si presenta con maggiore buon senso.
Per questo poniamo il dilemma tragico al PD, ma non solo: volete sacrificare Andreane, Levego, il Piave davanti a Belluno, il Col Cavalier etc. …., con tralicci bianchi e rossi alti 60-70 mt e con fasce di 500 metri di microtesla, oppure preferite sacrificare la mezza costa sul Nevegal?
Quale delle due orrende soluzioni state portando avanti? Perché questo è il percorso che state seguendo.
E a questa scelta non si sta sottraendo, chiaramente, neppure la giunta Massaro, anche se non è stata la protagonista di questo tragico percorso decisionale. Ma deve ben sapere che la non decisione è decisione negativa.
Mentre per tutti la scelta c’è. E’ chiara, semplice, lineare, favorevole al territorio, a quello di Belluno in primis, ma anche al resto. E’ una scelta che impegna, ma vale. E’ l’opzione zero. Si ritorna a Polpet e si ragiona da capo con calma. Perché altre soluzioni da paese evoluto ci sono. Altri le stanno perseguendo.
Ma per fare questo ci vuole la Politica, magari della Buona Politica. Con le maiuscole.
Ma noi ce l’abbiamo?
Ma stiano tranquilli, non ci lasceremo svendere, nel frattempo. I cittadini di Belluno non si lasceranno svendere.
Comitato di Andreane e Levego