Giornata torrida anche in montagna, precisamente ad Agordo, dove ieri partecipavo alla manifestazione per la difesa dei nostri fiumi, in cui il tema principale era la difesa del territorio e la salvaguardia delle risorse idriche con la richiesta di fermare le centraline che deturpano il nostro ambiente e ne compromettono le potenzialità turistiche.
In antitesi con le logiche di mero profitto, gli organizzatori non hanno potuto fare a meno di citare l’eclatante esempio del Vajont. Lì non fu solo l’ambiente a soccombere, ma l’intera popolazione, cui aggiungerei la vita distrutta per sempre di chi è sopravvissuto. Quando mi sono fermata per una pausa, leggendo la stampa locale, ho pensato per un attimo di essere vittima di un colpo di calore e non comprendere ciò che leggevo…Il sindaco di Longarone nella cerimonia del Pelmo d’oro perdona i responsabili, nega il dolo e parla di montagna “infida e insidiosa”.
Se non è la mia mente ad ingannarmi, potrebbe esserci un errore interpretativo di qualche giornalista, come umanamente può accadere, perciò contatto delle persone che erano presenti che mi confermano l’ambiguità del discorso ufficiale. A questo punto, facendo parte dei “cittadini della memoria”, gruppo formatosi da qualche anno attorno ad alcuni superstiti e familiari del Vajont (e che presto costituirà un’associazione), chiedo al primo cittadino di chiarire. In caso contrario sarebbe lui a dover essere perdonato per l’ennesimo affronto e proporrei di richiederne le dimissioni.
Ma come si è permesso, proprio nel cinquantenario di questo immenso crimine, voluto scientemente da uomini che hanno anteposto i propri interessi a migliaia di vite umane?! C’è stato un progetto architettato usando geologi conniventi anziché altri che denunciavano la pericolosità di quella diga per la precarietà del monte Toc, appoggi politici, corruzione, false perizie, tutto documentato e un lungo processo.
Lo Stato non ha mai chiesto scusa, come richiesto dai superstiti…se il primo cittadino vuol fare il cristiano, dovrebbe sapere che il vero perdono prevede il pentimento! E poi come pretende di parlare a titolo personale in una cerimonia ufficiale? E’ un ossimoro! Il tempo aiuta a capire, ad elaborare il lutto, non a cancellare o distorcere la verità.
Cristina Muratore
coordinatrice IDV Belluno
una “cittadina per la memoria”