“Il referendum per la fusione dei comuni di Quero e di Vas si terrà domenica 27 ottobre dalle 7 alle 22, ma prima occorre sciogliere il nodo del quorum costitutivo. Attualmente è troppo gravoso e rischierebbe di bloccare l’iter virtuoso intrapreso da più di un decennio. Per questo in I Commissione ho chiesto il suo azzerramento. Questo servirà a tutti quei comuni in Veneto che hanno deciso e che decideranno di fondersi”.
A dirlo è il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale del Veneto Dario Bond dopo che la giunta regionale – su proposta dell’assessore Roberto Ciambetti – ha indetto per il 27 ottobre prossimo il referendum consultivo per la fusione dei comuni di Quero e di Vas.
Il quesito referendario che i cittadini di Quero e di Vas troveranno nella scheda sarà il seguente: “E’ lei favorevole al progetto di legge n. 324 relativo alla istituzione del Comune di Quero Vas mediante fusione dei Comuni di Quero e Vas?”.
Il referendum si terrà in una sola giornata e il suo costo, a carico della Regione, sarà di massimo 20 mila euro.
“E’ un passaggio importante che consentirà a Quero e Vas di essere i primi comuni in Veneto a fondersi e diventare un modello di efficienza e di efficacia per tutte le altre amministrazioni che hanno iniziato un processo di razionalizzazione”.
Ma non mancano delle criticità derivanti dalla legge. Per lo svolgimento delle operazioni relative al referendum consultivo, infatti, la normativa prevede che si debbano applicare le disposizioni per il referendum abrogativo, ovvero la proposta sottoposta a referendum è approvata solo se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto e se è stata raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
“Ci troviamo di fronte a un quorum di validità eccessivamente elevato soprattutto per quei paesi con un’alta incidenza di residenti all’estero”, rimarca Bond. “Non è un caso che in Emilia-Romagna e Toscana non si preveda alcun quorum per la validità del referendum consultivo per i Comuni che intendono fondersi”.
Mentre la giunta indiceva il referendum, in I Commissione Bilancio si discuteva di una proposta di legge che vuole proprio abbassare il quorum, portandolo dal 50 per cento al 30. “E’ una soluzione di buon senso anche se, a mia volta, ho chiesto l’azzeramento del quorum. Le fusioni dei comuni non devono essere ostacolate soprattutto in un momento come questo, senza considerare che la decisione di fondersi viene formulata dai consigli comunali, quindi dagli organismi più vicini alla popolazione. La democraticità della scelta viene comunque garantita”.
L’intenzione è quella di portare questo progetto di legge in aula al più presto: “Dobbiamo levare la spada di Damocle del quorum dalla testa dei cittadini di Quero e di Vas. Questo processo non può arrestarsi per una normativa che non risponde alle attuali esigenze di riforma”.
Ringrazia il vicesindaco di Quero Bruno Zanolla: “Abbiamo poche risorse e portare la gente a votare è sempre più gravoso, senza considerare che abbiamo un’altissima incidenza di iscritti all’Aire. Azzerare il quorum non significa mettere in discussione il ruolo della consultazione referendaria. Si tratta di un referendum consultivo che lascia spazio ai cittadini e alle loro opinioni senza il balzello del quorum”.