Esempio. È questa la parola che Federico D’Incà, deputato del MoVimento 5 Stelle, usa per definire un numero a sette cifre: 1.569.951,48 di euro.
Si tratta della somma restituita al Fondo ammortamento del debito pubblico da parte di tutti i deputati e senatori del MoVimento 5 Stelle. Tale cifra è stata risparmiata dallo stipendio dei 156 parlamentari del M5S nei soli primi due mesi e mezzo di legislatura. “Ma la cosa importante è che questo risparmio contribuirà a ridurre il debito pubblico italiano che grava su tutti i cittadini e che cresce costantemente.” dichiara D’Incà.
“Personalmente la mia parte restituita è di 13.111,00 € di cui con orgoglio posso dimostrarne la veridicità attraverso i bonifici bancari che dal mio conto di Banca Etica sono stati restituiti agli italiani.”
L’auspicio di questa mossa, che da sola non può di certo sopperire al problema del debito pubblico, ma che deve comunque essere l’inizio di una buona prassi, venga presa ad esempio anche dai politici degli altri partirti. “Quello che adesso vorrei” continua il deputato “è che i cittadini Bellunesi e Veneti chiedano a gran voce le retribuzioni di tutti i politici: sia di quelli direttamente impegnati in cariche elettive, sia di tutti quelli parcheggiati e pagati profumatamente in società pubbliche”.
Fondamentale è che in politica, ed in generale nelle cariche istituzionali, si prenda coscienza del fatto che ognuno può, e soprattutto deve, contribuire al rilancio del Paese rinunciando a guadagni troppo elevati e spesso ingiustificati. Una rinuncia che nel tempo può diventare una boccata d’ossigeno per il debito pubblico e soprattutto l’inizio di una nuova fase politica. Il MoVimento Cinque Stelle ha dimostrato, con quasi 1.600.000,00 € in appena tre mesi, che cambiare si può.