Martedì 2 luglio 2013 a Taibon Agordino si sono riuniti i comitati referendari agordini e feltrini. Ecco il testo sottoscritto da tutti i componenti:
“Noi comitati referendari, già all’inizio del nostro cammino, abbiamo condiviso un progetto politico che chiede l’autogoverno di tutte le comunità alpine bellunesi attraverso la dicitura “Per la Regione Dolomiti”.
Siamo stati troppe volte definiti “secessionisti” dalla stampa, non sappiamo se per la difficoltà di comprendere il progetto o se per la volontà reale di certa politica di interferire negativamente sull’iniziativa referendaria. È stato per noi quindi spiacevole essere spesso travisati e dipinti come dei superficiali venditori di ideologie o, peggio, mossi da meri scopi di migliori opportunità economiche. Un esempio su tutti, la manifestazione “Salviamo la Provincia” del 24 ottobre 2012 in difesa dell’integrità del territorio provinciale ha visto l’impegno attivo anche dei comitati referendari. Quell’iniziativa è stata fatta anche per intervento degli stessi comitati, che poi sono stati lasciati completamente soli ad affrontare un problema che riguarda tutte le comunità provinciali.
Non è stato facile in poco tempo far passare il messaggio che di fronte ad un quesito che chiedeva l’annessione al Trentino Alto Adige, si rivendicava in realtà con forza l’autogoverno di tutte le comunità alpine bellunesi in una macro area omogenea alpina. Ad oggi i singoli comuni che hanno fatto il referendum o che si stanno attivando per farlo sono già trenta. Per precisi dettami costituzionali non ci è stato infatti permesso chiedere ad esempio: “Vuoi far parte di una Regione Dolomiti composta da Bolzano, Trento e Belluno o restare nella Regione Veneto?” Il quesito era vincolante e al quesito noi ci siamo attenuti, coi suoi pro e i suoi contro.
L’eredità lasciata dai referendum è una generale presa di coscienza della gente sulla necessità di autogoverno per la provincia di Belluno, sempre più insofferente per lo stato di disagio accentuato dalla crisi e la pressoché mancante rappresentatività di un territorio poco popolato, vasto e da troppo tempo commissariato. Il positivo fermento di idee e il dibattito che ha coinvolto le famiglie e ha animato le discussioni nei bar daranno i suoi frutti, perché ormai la popolazione di questi territori ha le idee ben chiare. I cittadini si considerano infatti abitanti delle Dolomiti, con diritto di pari dignità rispetto alle Provincie autonome confinanti.
Hanno capito che l’autonomia non si ottiene delegando la semplice rappresentanza ai politici eletti; non la si aspetta da Venezia, ma la si conquista con la partecipazione e l’impegno. L’aspettare e la sudditanza non hanno portato mai a niente. In questo senso i referendum sono stati un successo per i comitati referendari.
Dalla riunione di Taibon Agordino sono emerse convergenze di vedute e obbiettivi – nella speranza di andare a elezioni regolari la prossima primavera – e il totale appoggio all’iniziativa proposta dal BARD delle elezioni autoconvocate previste per il 27 ottobre 2013, per eleggere i legittimi rappresentanti del nostro territorio, dimostrandosi ancora una volta più che mai attivi per l’unità della Provincia. Siamo altresì consapevoli che la proposta del BARD debba però essere una mobilitazione di tutte o della maggioranza delle forze politiche, economiche e sociali del territorio. I comitati referendari guardano infatti ad una nuova realtà territoriale autonoma, rappresentativa di tutte comunità bellunesi presenti nel territorio provinciale.
E’ stata altresì presa una posizione comune in riferimento all’art.15 dello Statuto Veneto, ragionando sulla possibilità di gestire le competenze da questo trasferite. Secondo noi è opportuna la definizione di ente che abbia una struttura più ampia ed articolata di quella comunale. Reputiamo infatti, che, l’ente intermedio concepito attualmente come Provincia possa adempiere egregiamente a tali funzioni, in quanto i singoli comuni o unioni di comuni non sarebbero in grado di gestire quelle enormi competenze che richiedono complessi livelli di pianificazione e operatività.”
I comitati referendari agordini e feltrini