Gli ultimi dati sulla pubblica istruzione provengono dal report della Flc-Cgil “La demolizione della scuola pubblica: i numeri”. Elaborato sui dati Miur dell’aprile 2013, mette in evidenza come negli ultimi cinque anni, a fronte di un incremento di 90mila alunni, sono stati tagliati quasi altrettanti docenti e 43mila Ata. Tranne che alla scuola dell’infanzia, le cattedre sono state cancellate ovunque: 28mila nella primaria, 22mila alle medie e 31 alle superiori e con questo ridimensionamento sono scomparse quasi 2.000 scuole. E tutto ciò ha comportato la nascita di classi affollate che non possono provvedere in modo efficiente a tutte le necessità dei nostri studenti. Ma a fronte di questo panorama sconsolante giunge una novità positiva.
E’ il caso del lavoro svolto dal senatore siciliano Fabrizio Bocchino del MoVimento 5 Stelle, che si è occupato di tre tematiche cruciali che riguardano la scuola e la formazione: la maggiore flessibilità nella formazione delle classi scolastiche; la diminuzione degli alunni in presenza di un allievo in situazione di handicap e la maggiore attenzione verso la scuola nelle carceri in applicazione della sentenza n. 552 del 2011.
“Queste tematiche non possono essere ricondotte a nessuna bandiera politica perché rappresentano il futuro del nostro Paese” dichiara Federico D’Incà, parlamentare del MoVimento Cinque Stelle. “Sono questioni fondamentali per la crescita e la formazione umana dei nostri bambini e ragazzi. Le classi non possono superare il limite di sovraffollamento ed il diritto allo studio deve essere salvaguardato e garantito a tutti i nostri alunni.”.
D’Incà sostiene con orgoglio il lavoro del collega siciliano in quanto l’obiettivo di conseguire un’istruzione obbligatoria è basilare soprattutto per i ragazzi con problematiche che necessitano di particolari attenzioni, ed anche per i detenuti in quanto la scuola per loro rappresenta un passo importante verso la riabilitazione civile e la crescita culturale.