E’ di questi giorni la pubblicazione delle schede sanitarie ospedaliere regionali che riportano l’assetto della sanità bellunese dei prossimi 3 anni. Gestazione quanto mai problematica e che ha visto in questi mesi le ipotesi più disparate fra chiusure di reparti ospedalieri, potenziamento di ospedali, declassamento di altri ospedali, tutte ipotesi smentite il giorno dopo della pubblicazione sui media.
Ora finalmente possiamo parlare di qualcosa di concreto essendo le schede ormai pubbliche con delibera della Regione Veneto ed ancora una volta viene da pensare che il futuro della sanità pubblica dipenda poco dalla programmazione e dalla valutazione delle esigenze del territorio e molto dal peso che i politici hanno sulle scelte della Regione.
Se non c’è dubbio che l’Ospedale di Belluno potenzia il suo ruolo di Ospedale HUB di riferimento per tutta la provincia con l’introduzione dell’emodinamica h24, con il potenziamento della rete delle emergenze, la definizione di strutture che fungono da coordinamento con la ULSS 2 come la Medicina Trasfusionale è tuttavia altrettanto vero che si è persa un occasione per fare finalmente una vera programmazione sanitaria a carattere provinciale e lo dimostra il fatto che a fronte della presenza nella provincia di due poli oncologici di cui uno sicuramente altamente specialistico quale il nascente polo chirurgico oncologico gastrointestinale presso l’ospedale di Feltre (consideriamo comunque che il bacino di utenza di questo centro è pari a 1/3 della popolazione di una media città come Padova) si viene tuttavia a perdere in provincia una eccellenza nel trattamento delle neoplasie quale è la perdita della Unità Operativa Complessa di Radioterapia dell’Ospedale di Belluno, struttura fondamentale nel percorso di diagnosi e cura delle neoplasie. Bisogna infatti pensare che in futuro gli investimenti in campo radioterapico nell’Ospedale di Belluno verranno decisi da un’altra parte (Treviso) dove le problematiche legate al territorio e quindi alla programmazione sanitaria non sono sicuramente sovrapponibili a quelle della nostra provincia.
La lettura delle schede regionali porta altresì a pensare che per poter giustificare l’aumento delle Unità Operative Complesse all’Ospedale di Feltre, per mantenere costante il numero di primariati in provincia, si siano dovute sacrificare alcune unità Operative Complesse della ULSS 1, alcune attese ma in altri casi inaspettate come nel caso della Dermatologia, che se pur “poco attivata” come è stato detto, tuttavia è una struttura fondamentale sia per l’attività che svolge sul territorio sai per il ruolo che ha nella prevenzione dei tumori della pelle. Depauperare la provincia dell’unica struttura a valenza dermatologica limitandola ad un semplice ambulatorio che dipende da una struttura fuori provincia, vuol dire non tenere conto del bene dei nostri cittadini e di questo la popolazione ne deve chieder conto ai politici che lavorano a Venezia.
L’ultimo pensiero che ci viene considerando le schede è che, se è vero che il nostro territorio è un territorio particolare per estensione e per dispersione della popolazione e che quindi ha il “diritto” di avere più posti letto ospedalieri per abitanti, perché si aumentano i posti letto della ULSS 2 e non si aumentano i posti letto della ULSS 1 che ha 3 volte il territorio montano della ULSS feltrino?
Purtroppo dobbiamo dire che il timore che avevamo espresso con la delibera in Consiglio Comunale a Belluno contro il ridimensionamento dell’Ospedale di Belluno a favore dell’Ospedale di Feltre, in parte si è avverato e questo ci deve insegnare quanto sia importante cominciare a lavorare integrando le eccellenze e le specificità del nostro territorio considerandolo un unico e tenendo sempre come obbiettivo il miglioramento della assistenza ed il bene dei nostri cittadini.
Francesca De Biasi *
* consigliere comunale “In Movimento” Belluno