Sulla vicenda del Colotti è stata costruita nei giorni scorsi una speculazione politica giocata sull’emotività degli studenti del passato, più che sulle prospettive degli alunni del futuro, prospettive che richiedono quanto prima la costituzione di un “polo tecnico”, capace di proporre un’offerta formativa articolata e di frenare l’emorragia di iscrizioni che ha purtroppo colpito le scuole tecniche nell’ultimo decennio.
Lo afferma una nota del Gruppo consigliare di Feltre Cittadinanza e partecipazione.
A chi nelle scorse settimane ha cominciato improvvisamente a occuparsi di scuola, sarà bene ricordare che dal 2008 al 2012 con il ministro Gelmini, quella dei neutrini, la scuola pubblica è stata oggetto di feroci tagli che ne hanno menomato la qualità e annichilito le strutture. I fondi per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza delle scuole praticamente sono spariti. Oggi, quando anche nel nostro territorio si raccolgono i frutti velenosi di tale politica scriteriata, ecco che molti si scoprono strenui difensori della scuola. Gli esponenti locali del Pdl, lo stesso partito della Gelmini, dopo aver messo da parte l’armamentario ideologico della “razionalizzazione” e degli “sprechi nella pubblica amministrazione”, ora piangono lacrime da coccodrillo sulla chiusura dell’edificio del Colotti.
L’affanno delle scuole feltrine viene da lontano: è figlio di politiche nazionali e locali che hanno umiliato l’istruzione e la scuola, percepite per troppo tempo come un costo e non come un investimento. Ora di fronte a tale disastro è paradossale che alzi la voce chi quelle politiche le ha volute e sostenute a tutti i livelli. Invocare l’attesa di un governo politico della provincia da parte di chi, di fatto, l’ha condotta al commissariamento per l’incapacità di amministrarla è davvero scorretto. Le forze politiche che governavano a livello nazionale e regionale, amministravano a livello provinciale e comunale (la famosa filiera) dopo aver lasciato il deserto, ne denunciano ora le conseguenze. Di fronte al problema della chiusura di un edificio scolastico a Feltre, sarebbe opportuno che venissero da parte di tutti proposte serie e realizzabili, evitando speculazioni politiche davvero inopportune.
Chi avanza proposte e soluzioni si assuma la responsabilità – conclude la nota di Cittadinanza e partecipazione – , ad esempio, di far studiare i nostri ragazzi in edifici sicuri, si carichi dell’onere di spiegare quale dovrà essere l’assetto dell’offerta formativa di tutto il territorio feltrino, magari prendendo come prospettiva principale il futuro dei giovani, non il numero delle dirigenze scolastiche da assegnare.