13.9 C
Belluno
sabato, Dicembre 2, 2023
HomeCronaca/PoliticaTagli ai più deboli: il no di Belluno e Feltre. Massaro e...

Tagli ai più deboli: il no di Belluno e Feltre. Massaro e Perenzin, presidenti delle Conferenze dei sindaci delle Ulss 1 e 2 Belluno e Feltre scrivono alla V Commissione regionale per opporsi ai tagli extra Lea

Jacopo Massaro
Jacopo Massaro

Nei giorni scorsi, Jacopo Massaro, Sindaco di Belluno e Paolo Perenzin, sindaco di Feltre, in qualità di presidenti delle conferenze dei Sindaci delle Ulss di Belluno e Feltre, hanno inviato alla V Commissione regionale una lettera per opporsi ai tagli di fondi per le prestazioni sanitarie alle persone non autosufficienti, definite extra-lea (livelli essenziali di assistenza sanitari), previsti dalla Giunta regionale.

Il nuovo scenario sarebbe infatti drammatico per una provincia come quella di Belluno con un’alta percentuale di anziani.

“Per quanto mi riguarda” – dichiara il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro – “questa lettera non è che la più recente azione contro il sistematico decremento da parte regionale degli aiuti alle fasce deboli: la Conferenza dei sindaci che presiedo è infatti intervenuta più volte sull’argomento, producendo una serie di documenti fatti pervenire alla V commissione, alle cui audizioni io stesso sono più volte intervenuto. La nostra provincia non può accettare un provvedimento di tale portata, che va a colpire i più deboli in un momento di crisi tale da non consentire ai Comuni di intervenire con risorse proprie e che quindi vede di fatto impossibile una qualsivoglia copertura economica a fronte dell’assenza regionale”.

Paolo Perenzin -  sindaco di Feltre
Paolo Perenzin – sindaco di Feltre

“Obiettivo della lettera” – aggiunge il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin – “è che la V commissione sospenda il provvedimento della Giunta regionale e apra piuttosto un confronto con i sindaci che in prima persona dovranno fare i conti con questi tagli che per l’ente Regione sono decisioni prese sulla carta, ma che per noi, primi responsabili del benessere dei nostri cittadini, assumono drammatica concretezza”.

 

letteraQuesto il testo della lettera, inviata alla V Commissione regionale (competente in materia di Sicurezza sociale, Igiene, Sanità e Assistenza) e ai tre consiglieri regionali bellunesi:

Egregio Presidente,

A seguito della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss n. 2 di lunedì 3 giugno e dell’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss n. 1 di martedì 4 giugno, ci pregiamo di sottomettere alcune osservazioni sulla CR in esame alla Commissione da Lei presieduta.

La CR 37/2013, mentre recupera nelle prestazioni LEA le Impegnative di Cure Domiciliari (ICD) e riconduce ad una ambito apparentemente unitario il sistema sviluppatosi con i Piani locali domiciliarità per anziani non-auto e disabili, produce serie perplessità sulla consistenza economica sottesa agli interventi in quanto sembra esaurire al suo interno una gamma di interventi legati alla non autosufficienza più ampio.

Per quanto riguarda l’Ulss n. 1 si richiama integralmente la documentazione già prodotta ed agli atti di codesta commissione.

Per quanto riguarda l’Ulss n. 2, il fondo non autosufficienza degli ultimi anni, parte domiciliarità, aveva una consistenza da un minimo di € 2.264.915 ad un massimo di e 2.901.472.

Ora la sommatoria delle ICD che dovrebbe sostituire tutti gli interventi della non-autosufficienza per l’area domiciliarità vale € 1.737.789.

E’ evidente che in assenza di finanziamenti ulteriori, ed al momento imprevedibili, da fondi nazionali per la non-autosufficienza si evidenzieranno delle aree di criticità.

Risultano quindi difficilmente sostenibili gli interventi per le reti solidaristiche sviluppati con il volontariato e lo sportello integrato.

La contrazione pare più evidente nell’ambito degli anziani per la sottostima del valore degli assegni di cura e del conglobato finanziamento del SAD in ADI, pur prevedendo di riassorbire nello stesso l’insieme degli interventi del sollievo.

Non è facilmente prevedibile l’impatto delle ICDa cui è assegnato un finanziamento di € 115.200.

Quindi le due linee di intervento che potrebbero subire la maggiore contrazione (attorno al 20%) sono quelle legate all’ex Assegno di cura ora nelle sue due forme ICDb e ICDb ADI-SAD: erogazione monetaria di un beneficio alla famiglia che assiste o quota di rilievo sanitario riconosciuta al servizio di SAD in ADI erogato dai Comuni in forma diretta o mediante delega all’Ulss.

I Comuni sono già in condizioni di estrema sofferenza per cui non sarebbero in grado di garantire a quella fascia di popolazione, anziana e fragile – che è in continua crescita nel nostro territorio montano, il quale già parte da un indice di vecchiaia elevato – quei servizi indispensabili per un sostegno adeguato, appropriato e continuativo dell’assistenza domiciliare ad anziani il cui stato di salute è compromesso fino alla non-autosufficienza di diverso grado.

Chiediamo pertanto che la Commissione sospenda l’approvazione del provvedimento fino a quando non siano chiariti i dubbi e le preoccupazioni che esso sta suscitando nei cittadini e negli amministratori.

Chiediamo inoltre un sollecito approfondimento e un confronto con la Conferenza regionale permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria, dove i Comuni possano unitariamente esprimere il loro punto di vista su un provvedimento così incisivo nei confronti di servizi territoriali a rilievo socio-sanitari di cui sono anche erogatori in accordo con le Ulss di riferimento.

Cordiali saluti

I Presidenti delle Conferenze dei Sindaci Ulss 1 e Ulss 2

Jacopo Massaro

Paolo Perenzin

- Advertisment -

Popolari