“L’attuale situazione economica di Arpav è molto grave, e le cause sono tante e tutte ormai ben note”.
Lo affermano le Rsu rappresentanze sindacali unitarie in un documento approvato dall’assemblea dei lavoratori riuniti a Vicenza a seguito della chiusura del laboratorio.
“Non è ancora stato corrisposto tutto il finanziamento stanziato per quest’anno dalla Regione: mancano ancora 15 milioni di euro. La precedente Direzione Generale ha lasciato debiti macroscopici per spese spesso irragionevoli (l’acquisto del battello oceanografico, le costosissime consulenze, l’acquisto di nuove sedi faraoniche – molto costose e non sempre necessarie, per di più pagate con i soldi destinati all’esercizio – l’inutile raddoppio di strutture gestionali, l’acquisto di strumenti informatici strapagati e inadeguati, la mancanza di oculatezza persino nell’acquisto di beni di consumo ordinari….);
Proprio a causa di queste spese sostenute con il denaro destinato all’esercizio, ARPAV ha numerosi debiti con i fornitori, che aumentano le sue esposizioni finanziarie; Per gli stessi motivi, negli ultimi anni ARPAV ha anche maturato debiti nei confronti dei propri dipendenti”.
“Non si è mai proceduto a un reale contenimento dei costi relativi all’apparato dirigenziale: ai dirigenti si sono sempre pagate laute buone uscite, e la pianta organica dirigenziale è sempre cresciuta negli anni, tanto che adesso ci ritroviamo con 1 dirigente ogni 9 dipendenti, e con dirigenti privi di dipendenti subordinati. Si sono voluti tagliare solo i settori produttivi, mentre sono aumentate le posizioni dirigenziali di strutture non operative”.
“Un ambiente sano è sinonimo di salute – conclude il documento – in questo senso l’Agenzia per l’Ambiente è a pieno titolo parte integrante del Servizio Sanitario e tale deve restare: deve rimanere un ente al servizio della collettività in grado di garantire la promozione della salute.