Se si aumentano troppo le tasse, calano i consumi e di conseguenza anche le entrate allo Stato. Un effetto noto agli economisti come “Curva di Laffer”. Da nome del suo inventore Arthur Laffer che la illustrò all’allora candidato repubblicano alle presidenziali del 1980 negli Usa, Ronald Reagan, per convincerlo a diminuire le imposte dirette.
Su questo principio si fonda anche l’intervento del capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond e del suo vice Piergiorgio Cortelazzo dopo che l’assessore regionale Maurizio Conte ha chiesto al Governo di far slittare al 2014 l’applicazione della Tares.
“Bene fa la giunta a muoversi in maniera forte e decisa nei confronti del Governo – affermano Bond e Cortelazzo – che, nonostante sia nella sua fase crepuscolare, continua a comportarsi in maniera arrogante, aggiungendo tasse su tasse. Ora la priorità di tutti deve essere quella di sminare il campo almeno dalla Tares, premendo perchè si proroghi l’entrata in vigore. L’ingorgo estivo di tasse rischia di mettere in ginocchio la nostra economia. Basti pensare solo ai contraccolpi, sia diretti che indiretti, che si potrebbero avere nel settore turistico”.
“Tra giugno e luglio bisognerà fare i conti con la prima rata dell’Imu 2013, con l’aumento dell’Iva di un punto e con le addizionali Irpef imposte dallo Stato. Una situazione esplosiva che rischia di mettere in ginocchio famiglie e imprese, bloccando ulteriormente i consumi”.
“L’esempio del turismo è illuminante soprattutto nella prima regione turistica d’Italia”, proseguono Bond e Cortelazzo. “Da un lato gli alberghi dovranno sborsare migliaia di euro tra Imu e Tares, dall’altro saranno chiamati a fare i conti con il ridotto potere d’acquistio delle famiglie. I dati che in questi giorni arrivano dal fronte autostradale, con il drastico crollo di passaggi, dovrebbero farci riflettere”.
“Il Consiglio regionale del Veneto, in maniera trasversale, ha già approvato una mozione che chiede lo slittamento della Tares, ma la mobilitazione deve essere generale e coinvolgere tutti i nostri rappresentanti a Roma”, concludono Bond e Cortelazzo. “Senza una mobilitazione di massa rischiamo l’ennesima mazzata”.