“Un Decreto della Giunta Regionale atteso ed importantissimo che scongiura il blocco totale del settore edile artigiano”. A dichiararlo Paolo Tramontin, Presidente Provinciale della Categoria edilizia di Confartigianato Belluno il giorno dopo l’approvazione della Delibera di Giunta Regionale che disciplina l’utilizzazione delle terre e rocce da scavo sotto i 6000 m³ .
Da tempo Confartigianato Belluno con il presidente della categoria Edili Paolo Tramontin chiedeva un intervento che risolvesse la questione, considerato che le aziende artigiane, in assenza delle semplificazioni previste dal legislatore nazionale, ma mai emanate, avrebbero dovuto gestire le terre di scavo come rifiuto. “Una cosa assurda, oltre che costosa” afferma Tramontin “le terre provenienti da scavo che sono prive di sostanze pericolose sono una risorsa e non un rifiuto!”.
“Nel Decreto Ministeriale 161 dello scorso agosto erano state introdotte pesantissime procedure burocratiche per gestire i materiali terrosi provenienti da sbancamento, fondazioni, trincee, perforazione, rimozione e livellamento di opere in terra. Tali procedure ingessavano le nostre imprese e di conseguenza le opere dei cittadini. Ad esempio, un qualsiasi scavo per posizionare una cisterna, una vasca, oppure per riparare la rete fognaria, doveva necessariamente attendere tre mesi e ciò non era di fatto sostenibile”
“Finalmente – prosegue il Presidente – con questo provvedimento le imprese edili, specialmente quelle artigiane, anche a fronte di opere di dimensioni ridotte non dovranno presentare più un Piano di utilizzo del materiale da scavo almeno 90 giorni prima dell’inizio dei lavori per le nuove opere. Venendo meno questo appesantimento burocratico, economicamente oneroso per le analisi da fare e che allunga i tempi di realizzo delle opere, verranno meno tutte difficoltà nel gestire i materiali da scavo permettendo il recupero del materiale, velocizzando le attività di cantiere e consentendo alla committenza di arrivare alla conclusione dei lavori nei tempi stabiliti”.