I giorni 11,12 e 13 Dicembre, una delegazione del movimento Giovani Padani Dolomiti Belùn si recherà a Strasburgo per visitare e conoscere il Parlamento Europeo. “Questa sarà l’occasione, insieme ai nostri europarlamentari Veneti Bizzotto, Fontana e Scottà e con la partecipazione del Segretario Federale della Lega Nord Roberto Maroni – scivono in una nota il coordinatore dei Giovani padani Dolomiti Belùn Alessandro Zorato e il segretario provinciale della Lega Nord Diego Vello – di sostenere le tematiche inerenti alle autodeterminazioni locali per un futuro di un’Europa dei popoli”.
Cosa sono le autodeterminazioni lo spiegò un anno fa il senatore Roberto Calderoli intervenendo a Villa Riva Berni a Bagnolo San Vito, la vecchia sede del “Parlamento del nord” in occasione della sessione del nuovo “Parlamento della Padania” da lui stesso presieduto: “Tra la secessione e il federalismo esiste una terza via – disse – quella dell’ autodeterminazione di popoli, diritto garantito dalla comunità internazionale”. Secondo il teorico della Lega, questo diritto di autodeterminazione andrebbe richiesto all’Onu, dopodiché il passo successivo sarebbe quello di raccogliere un milione di firme per modificare la Costituzione e trasformare l’Italia in una Repubblica federale. Sempre dinanzi al “Parlamento della Padania” Calderoli aggiunse “Vogliamo applicare anche da noi quello che ci chiede l’Europa, e cioè di spendere solo quanto incassiamo. Quindi, servirà un doppio bilancio, una secessione economica: uno in pareggio del nord e l’altro, altrettanto in pareggio, di chi resta fuori. Siamo stufi di pagare anche per gli altri”.
Dall’europeismo della Lega Nord, però, prese le distanze il 2 luglio del 2003 l’allora deputato europeo tedesco Martin Schulz e futuro presidente di turno dell’Unione Europea. Che aveva attaccato l’antieuropeismo della Lega Nord e aveva chiesto al premier italiano Berlusconi che idee avesse per accelerare “la creazione di una procura europea” e “l’introduzione del mandato di arresto europeo”.
Ed è sempre il presidente dell’UE Schulz, che alla vigilia di una possibile nuova alleanza Lega – Pdl, liquida il ritorno in campo di Berlusconi come una minaccia per l’Italia e per l’Ue, “che hanno bisogno di stabilità”.