Il lavoro è alla base di una piena integrazione sociale. É un assioma che i Servizi Sociali del Comune di Belluno ben conoscono considerate le numerose richieste di aiuto che continuano a pervenire agli uffici a causa dalla crisi economico-lavorativa che non accenna a diminuire (i nuovi contatti ammontano a una trentina solo negli ultimi 2 mesi). Un bisogno che porta sempre più famiglie a ritrovarsi pericolosamente vicine al limite della marginalità.
Per dare una risposta concreta al problema, il Comune di Belluno, anche grazie ad un cofinanziamento regionale, sta portando avanti diversi interventi di inserimento lavorativo.
Già sette le persone, di cui due con figli minori a carico, che hanno beneficiato di questa possibilità e che vedranno a breve un’ulteriore proroga dei loro contratti. Altri sei inserimenti verranno effettuati in questi giorni e destinatarie saranno in particolare le donne, le quali solitamente trovano difficile accesso alle varie progettualità esistenti basate principalmente sui lavori di manutenzione.
“Siamo consapevoli che questi interventi non sono sufficienti a risolvere il problema,” dichiara l’assessore ai Servizi sociali, Martina Ravagni, “ma comunque offrono alle persone in forte disagio, una concreta possibilità di intraprendere un percorso verso l’autonomia economica. L’impegno di questa amministrazione proseguirà su questa strada, perché siamo convinti sia il modo migliore per offrire un aiuto alle famiglie in difficoltà, senza confluire nell’assistenzialismo.”
Tra gli interventi del Comune di Belluno a favore delle persone in situazione di marginalità, si ricordano anche l’erogazione di ticket service per l’acquisto di generi alimentari, prodotti farmaceutici e legna e di contributi per il pagamento di servizi, in particolare scolastici ed educativi.
Nel corso del 2012, hanno beneficiato finora di questo ausilio 76 famiglie, di cui 68 con minori, e 34 singoli.
L’utilizzo di questa tipologia di aiuti ha ben dimostrato la propria efficacia per garantire un corretto intervento economico, alternativo all’erogazione di contributi assistenziali.