Un nuovo focolaio di influenza aviaria è stato individuato in un allevamento di uccelli ornamentali in Provincia di Treviso. La Regione vieta le fiere avicole a eccezione di quelle incriminate con volatili ornamentali. Zanoni «Il giro d’affari che ruota intorno ai mercati di uccelli e le fiere venatorie purtroppo prevale sul diritto alla salute. È il solito privilegio concesso alle lobby senza tener conto della salute dei cittadini. Da bloccare da subito gli spostamenti dei richiami vivi a uso caccia».
Il 24 settembre è stato confermato dal Ministero della Salute un nuovo focolaio di influenza aviaria del sottotipo H5N2 in un allevamento di svezzamento di uccelli ornamentali in Provincia di Treviso (comunicazione del 2 ottobre 2012 avente a oggetto focolai di Influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI) in Lombardia e Veneto, Italy, destinataria la Commissione Europea, inviata per conoscenza anche a regioni, provincie autonome, N.A.S. e associazioni veterinarie, mittente Ministero della Salute – Dipartimento della sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari – Ufficio del Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali, a firma del Direttore Generale Dott.ssa Gaetana Ferri, 0017794-P). Nella struttura di Maserada (TV), sottoposta a sequestro, sono presenti 750 esemplari, appartenenti alle seguenti specie: anatre (240), galline ornamentali (186), oche (128), piccioni (100), pavoni (38), cigni (30), ibis (18), cicogne (4), Gru (4) beccacce (2). L’allevamento è ora sotto stretta sorveglianza per il monitoraggio relativo allattuale situazione epidemiologica nel nord Italia.
Da maggio scorso, infatti, in Italia sono stati uccisi circa 4.000 uccelli di allevamento in nove strutture: in cinque casi si trattava di allevamenti di tipo industriale, in uno di tipo ornamentale, in due di tipo rurale e uno non specificato.
I dati sono dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Tre Venezie e hanno accertato che otto casi sono riconducibili al sottotipo H5 e uno all’H7 e che potrebbero evolversi in ceppi aggressivi e pericolosi per l’uomo.
Dal 24 settembre la Regione ha sancito il divieto di allestire fiere, mostre e mercati avicoli in tutto il territorio del Veneto. Il divieto è contenuto in una lettera del 21 settembre 2012 con oggetto “Nuovo focolaio LPAI H5 in Regione Lombardia: divieto di fiere, mostre e mercati avicoli nel territorio della Regione del Veneto”. Dalla prescrizione regionale però sono rimaste pericolosamente escluse le manifestazioni con uccelli ornamentali. (vedi comunicato: http://www.andreazanoni.it/it/news/comunicati-stampa/influenza-aviaria-in-sordina-la-regione-ha-bloccato-fiere-e-mostre-avicole.html).
Andrea Zanoni, Europarlamentare IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare ha affermato: «L’aspetto inconcepibile della vicenda è che il caso scoperto a Treviso riguarda proprio uccelli ornamentali. La gravità della situazione avrebbe richiesto una delibera oppure un decreto. La Regione a quanto pare si è limitata a far scrivere una lettera al dirigente d’unità competente per settore».
«La Regione sta prendendo in giro i cittadini -ha aggiunto Zanoni- Questo comportamento dimostra che le fiere degli uccelli e le mostre venatorie prevalgono sul diritto alla salute. Ancora una volta si fanno gli interessi di una minoranza esigua a discapito dei tutti gli altri cittadini. Devono essere ricomprese nel divieto anche le esposizioni degli uccelli ornamentali, perché, come dimostra l’ultimo caso di Treviso, non esiste ragione scientifica per escluderle. Ritengo sia doveroso e necessario, per la salute pubblica intervenire anche cancellando la deroga che consente ai cacciatori di spostare a piacimento i richiami vivi in contrasto con la decisione dellunione Europea 2006/574/CE. O gli uccelli dei cacciatori sono immuni dall’influenza aviaria?»