Lunedì 8 ottobre, alle 17, a Oltre le Vette ci si allenerà con una maratona di lettura in italiano e inglese, dedicata a “Il vecchio e il mare”, di Ernest Hemingway.
Quando questo libro uscì, nel 1952, Hemingway disse che, probabilmente, era la cosa migliore che avesse mai scritto. Vinse subito il prestigioso Premio Pulitzer e, nel 1954, soprattutto per questo “romanzo breve” (o addirittura racconto lungo) il Premio Nobel per la letteratura. Da allora è stato letto da milioni di persone, in tutte le lingue, ristampato in centinaia di edizioni, illustrate e non, e nel 1958 il regista John Sturgess ne ricavò un film, opera che a dire il vero non ebbe un gran successo e venne giudicata un po’ stucchevole e di maniera, anche se si avvalse di uno straordinario Spencer Tracy, già anziano e bravissimo protagonista, in pratica da solo, per tutto il film.
Bene, ma che c’entra con la montagna? “A prima vista, proprio nulla” – commenta il curatore Flavio Faoro. “In tutto il libro la parola montagna viene usata in sostanza una sola volta, quanto il protagonista paragona le nuvole all’orizzonte a lontane cime innevate. E allora? E allora, tutti quelli che l’hanno letto e i fortunati che devono ancora fare questa meravigliosa scoperta concorderanno su una cosa: il mare, la solitudine, il grande pesce, la lotta con gli squali, tutto, in fondo, non è che un pretesto per narrare la forza di questo vecchio, la sua determinazione, la lotta straordinaria con gli elementi naturali, la vittoria, la successiva sconfitta causata da forze troppo grandi, il riconoscimento del valore e l’apprezzamento degli uomini”.
“Vi ricorda niente?” – conclude Faoro – “Quante vicende alpinistiche hanno esattamente lo stesso filo narrativo? La spedizione che lotta per conquistare la cima, il raggiungimento della vetta e la vittoria, le tragedie e la lotta per la sopravvivenza in discesa, il riconoscimento del valore e dell’impegno una volta a valle. La conquista del primo Ottomila da parte dei Francesi, nel 1950, ha ad esempio esattamente, fin quasi nei particolari, lo stesso svolgimento, lo stesso meccanismo, sia individuale che sociale. E non conta che sia l’Oceano Atlantico o l’Himalaya a fare da sfondo alla storia: il protagonista è l’uomo, con le sue lotte, la sua solitudine, il suo coraggio”.
Dopo l’esperienza del 2009 con la maratona di lettura del libro La parete – Die Wand di Marlene Haushofer, torna dunque a Oltre le vette questa lunga cordata di parole, questo incontro in cui una comunità di lettori “della strada”, condividono il piacere di leggere insieme, in Italiano e in lingua originale, questo capolavoro. I lettori infatti si alterneranno nella lingua, in modo da far apprezzare anche il suono e il ritmo originali costruiti da Hemingway sessant’anni fa. I lettori di lingua inglese sono coordinati dalla professoressa Betty D’Ambros, che nel 2009 curò la parte in tedesco della lettura, mentre quelli in Italiano sono coordinati da Flavio Faoro.
Un’ultima, importante annotazione: l’incontro è dedicato a Loris Tormen, lettore magistrale del capitolo conclusivo le romanzo La parete, solo tre anni fa.