Nonostante il parere dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) e gli avvertimenti dell’Europa, oggi, domenica 16 settembre, riapre la stagione venatoria 2012-2013. “Quest’anno più che mai la caccia dimostra la sua follia. Con migliaia di cacciatori che spareranno ad animali indifesi e reduci da un periodo di siccità straordinariamente torrido” afferma l’eurodeputato veneto Andrea Zanoni (IdV), considerato il parere ufficiale contrario dell’Ispra a causa della forte siccità che nei mesi scorsi ha interessato gran parte della Penisola. E che ha compromesso la sopravvivenza della fauna selvatica messa a dura prova dalla lunga mancanza di acqua e di cibo.
Inutile dunque il parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Ispra nel quale si legge che “il perdurare di condizioni climatiche estreme fa sì che lo stato fisico di mammiferi e uccelli sia peggiore rispetto alle annate normali in quanto sottoposti ad un enorme stress fisico. Alla siccità si aggiunge l’estrema difficoltà di alimentarsi per la riduzione di bacche, semi e insetti”. Oltre alla minaccia di procedura d’infrazione della Commissione europea “sulla mancata attuazione dell’Italia di specifici piani di gestione relativi a 19 specie di uccelli in sfavorevole stato di conservazione e oggetto di caccia in Italia”, come risposto dal Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočni.
“Insomma quella di quest’anno si preannuncia una stagione venatoria particolarmente calda visto che i presupposti per un diretto intervento a suon di sanzioni da parte dell’Europa ci sono tutti – commenta l’eurodeputato. “Prima o poi riusciremo, anche con l’aiuto dell’Europa, a voltare la pagina di questa attività barbara costituita dalla caccia”.
Ma c’è anche l’ipotesi di eventuali multe euriopee sulla caccia in deroga. “A pagare saranno Zaia, Stival, Formigoni e compagni” dichiara Zanoni, che ha incontrato il procuratore capo della Corte dei Conti di Venezia, Carmine Scarano, per valutare la possibilità di far pagare personalmente ai responsabili regionali le eventuali sanzioni europee sulla caccia in deroga. “La legge italiana, la 11 del 2005, prevede la rivalsa dello Stato nei confronti di quelle regioni che violando una legge comunitaria causano un danno economico, in questo caso le sanzioni europee – attacca Zanoni – Attenzione però, a pagare non devono essere i contribuenti veneti ma i singoli responsabili delle deroghe, ovvero Luca Zaia, Daniele Stival e tutti gli assessori regionali che approveranno una eventuale delibera”.
“Nel caso di danno erariale si possono determinare responsabilità personali – spiega Zanoni – Esiste un precedente che risale a circa 15 anni fa e che riguarda proprio l’allora assessore alla caccia del Veneto Luciano Falcier condannato a rimborsare 500 milioni di vecchie lire per uno spot sulla fauna selvatica realizzato con i soldi della Regione. Condanna che ancora adesso sta pagando a rate”. Si chiama “principio di rivalsa” e sancisce che tutti gli enti, le regioni per prime, devono fare di tutto per non violare il diritto comunitario. Se la Corte di Giustizia europea applica una sanzione che viene notificata allo stato membro il governo ha quindi il diritto di rivalsa nei confronti della regione che ha causato le sanzioni. “Se Veneto e Lombardia continuano con le cacce in deroga anche quest’anno, le sanzioni questa volta arriveranno davvero. Ma adesso sappiamo che possiamo chiedere alla Corte dei Conti di notificare la sanzione bussando direttamente alla porta delle abitazioni di Zaia, Stival, Formigoni e compagni”. Per questo l’eurodeputato presenterà tramite i suoi legali una denuncia preventiva alla Corte dei Conti e scriverà una lettera a Zaia e Formigoni informandoli di quello che li aspetta. (Bellunopress)