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Sabato 15 settembre, Dolomiti Contemporanee sbarca a Casso

A Gianluca D’Incà Levis è stato affidato l’incarico di riaprire l’ex scuola elementare del paese di Casso, chiusa dal giorno del Vajont, ora finalmente ristrutturata.

Gianluca d’Incà Levis

Il progetto avviato prevede la trasformazione dell’ex scuola in uno spazio espositivo per l’arte contemporanea che sia al tempo stesso un Centro per la Cultura Contemporanea della Montagna.

Casso è un piccolo paese, in bilico Veneto e Friuli (del Comune di Erto e Casso, Casso è nella diocesi bellunese, mentre Erto in quella pordenonese).

Il cantiere di Casso è stato già attivato.

Gli artisti sono all’opera, stanno producendo le opere che daranno vita a Bilico, prima mostra d’arte contemporanea che verrà allestita all’interno dell’ex scuola elementare di Casso, che il 15 settembre riaprirà (inaugurazione alle ore 17.00).

Casso è un luogo speciale. Speciale per la collocazione di questo piccola frazione rispetto ad ambiente e natura. Lassù in alto, isolato su un ripido versante.

E sull’orlo inferiore, poco sopra alla gran falesia di Erto e alla diga del Vajont, davanti al borgo, esterno al perimetro chiuso del nucleo abitato originario, c’è questo Nuovo Spalto. Uno Spazio Alto, Sp/alto, lo Spalto di Casso, si erge. Il paese, a parte alcune brutte costruzioni degli anni ’50, è integro: costruito con la pietra, i tetti d’ardesia.

La relazione con l’ex scuola elementare, architettura rinnovata, involucro contemporaneo, è interessante, e stimolante.

In questo luogo fermo, quasi disabitato, si prova ora a lanciare una macchina di progettazione culturale, che lavora con le immagini, con le idee, con l’ambiente.

Il 15 settembre, il Nuovo Spazio di Casso verrà inaugurato ufficialmente. Ma le attività sono state avviate già. Alcuni artisti hanno cominciato a vivere questo spazio, che sarà un motore (luogo vivo), più che un Museo (luogo della conservazione). Già a decine sono venuti a Casso, a esplorare, ad annusare. E ognuno di loro ha cominciato a pensare. Alcuni lavori sono già usciti. Altri verranno, nei prossimi mesi,con le prossime iniziative e mostre. La prima opera, è già visibile. Un gran masso, il Masso di Casso, è stato preso. Nell’area della cava abbandonata, appena sopra l’abitato, c’è un blocco calcareo di otto metri per tre. In due giorni, il blocco è stato dipinto da due artisti, Ericailcane e Kabu. Lo si vede bene dalla passerella del Nuovo Spazio. Una nuova presenza. Una nuova stagione. A Casso.

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