La legge nr 25 del 6 luglio 2012 Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio finisce di fronte alla Corte Costituzionale. Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, aveva scritto il 3 agosto al Premier Mario Monti e ai ministri Corrado Clini e Mario Catania. In odore di incostituzionalità alcune norme che liberalizzano gli interventi edilizi finalizzati all’attività venatoria che violano alcune competenze statali in materia di tutela dell’ambiente e pianificazione paesaggistica. Zanoni: La Regione Veneto finisce di fronte all’ennesimo tribunale per le bizzarrie venatorie dell’assessore Stival e del governatore Zaia.
Secondo quanto si legge nella comunicazione del Consiglio dei Ministri, alcune norme, disponendo che alcuni tipi di appostamenti destinati allattività venatoria possano essere esclusi dallautorizzazione paesaggistica e realizzati anche in assenza di titolo, contrastano sia con le norme del Codice di beni culturali, sia con le disposizioni statali in materia di governo del territorio.
Zanoni aveva scritto alle autorità nazionali il 3 agosto 2012 per chiedere proprio il ricorso della Corte Costituzionale. Anche l’associazione ecologista Gruppo di Intervento Giuridico onlus ha recentemente inviato un esposto al Ministro per i rapporti con le Regioni e la Coesione territoriale e al ministro per i beni e le attività culturali, denunciando l’illegittimità della legge della Regione Veneto n. 25 del 6 luglio 2012, recante Modifiche alla legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio.
L’intervento del Consiglio dei Ministri di giovedì richiama all’ordine la Regione Veneto che dall’orecchio della caccia non ci vuole proprio sentire. Da una parte le minacce di infrazione e le sanzioni che pendono da Bruxelles, e adesso dall’altra l’intervento della Corte Costituzionale italiana. Mi chiedo quando la Regione Veneto capirà che la legge italiana ed europea viene prima degli interessi dei cacciatori veneti, conclude Zanoni.