Se l’astensionismo lo scorso 6 e 7 maggio era il “partito” più numeroso con il suo 42,03%. siamo certi che al voto di ballottaggio di domenica e lunedì esso diventerà il partito di maggioranza assoluta, oltrepassando la soglia psicologica del 50%.
E’ probabile, insomma, che più della metà degli aventi diritto al voto diserteranno l’urna, quali che siano le condizioni metereologiche.
E del resto, il signor Rossi, elettore medio di sinistra, ha già vinto!
Quel cittadino che, per capirci, non è particolarmente interessato alla politica, ma che, per tradizione, ha sempre dato il suo voto al centrosinistra, ha già avuto piena soddisfazione nel vedere disintegrasi la giunta Prade. E dunque non è fortemente motivato a compiere una scelta tra Claudia Bettiol e Jacopo Massaro, le cui radici politiche sono praticamente analoghe. Certo, se fosse passato al ballottaggio Prade, il signor Rossi avrebbe avuto ancora delle valide ragioni per recarsi all’urna e sostenere la sinistra. Ma dal momento che le sinistre hanno già fatto cappotto, e la sfida si gioca “in casa” tra due ex compagni di partito il nostro signor Rossi potrebbe ritenere che Bettiol o Massaro sia affar loro, degli addetti ai lavori, non certo dell’uomo che cammina per la strada.
Per il signor Bianchi, anzi, facciamo per la signora Bianchi, per non far torto alle quote rosa, elettrice media della destra, quella che per capirci non prende nemmeno in considerazione il voto disgiunto, ma ha dato la sua preferenza coerentemente alla lista e al candidato sindaco del centrodestra; ebbene, per la signora Bianchi, le motivazioni per recarsi all’urna sono ancora più deboli di quelle del signor Rossi. Lasciamo stare l’obbligo civile, il diritto-dovere di esprimere il proprio voto, la partecipazione, la democrazia, ecc. Ma perché mai la signora Bianchi, fedelissimaelettrice del centrodstra, dovrebbe votare un candidato della sinistra?
Ci pare, insomma, che nell’elettorato medio, che costituisce sicuramente la maggioranza, in questo ballottaggio prevalgano le ragioni del non voto, piuttosto che quelle del voto. Per questo motivo non ci stupiremmo se lunedì l’affluenza al voto risultasse drasticamente affievolita.
Roberto De Nart