«Come è possibile che un’azienda sana, pietra angolare di un gruppo strutturato e diversificato, da un giorno all’altro dichiari di licenziare mille persone? Contando le famiglie di questi lavoratori, è come se Safilo mettesse in mezzo alla strada un comune di 5mila abitanti. È inaccettabile». Così il segretario regionale di Italia dei Valori Gennaro Marotta sull’azienda leader mondiale nella produzione di occhiali che ieri ha annunciato 1.000 esuberi nei prossimi mesi, a causa della perdita del marchio Armani, che pesava per il 20% sul fatturato. Una mazzata pesantissima, quasi un terzo dell’organico di circa 3.300 dipendenti nel Nordest, divisi nei 4 stabilimenti di Padova, Santa Maria di Sala (Ve), Martignacco (Ud), e Longarone (Bl).
«Per il tessuto sociale veneto, e in modo particolare delle province di Padova, Venezia e Belluno sarebbe un colpo durissimo, anche se spero che i vertici della multinazionale abbiano voluto mettere le mani avanti con questa cifra choc, per ottenere più ascolto ed aiuto da parte delle istituzioni. Amministrazioni pubbliche – prosegue il consigliere regionale IdV – che devono muoversi presto e bene, a partire dalla Regione, chiamata a coinvolgere il Governo ed ergersi come capofila nella mediazione, schierandosi senza remore a fianco dei lavoratori».
«In simili momenti – dice ancora Marotta – ognuno deve fare la sua parte. E gli imprenditori, non importa se di una multinazionale o meno, non possono più slegare il profitto dalla responsabilità e dall’etica. Se prima hai fatto i soldi grazie al lavoro dei cittadini veneti, adesso non li puoi scaricare su due piedi perché non sei riuscito a tenere in casa una licenza. È come per le delocalizzazioni, queste aziende non mettono mai in conto che si può guadagnare di meno. Loro ragionano solo guardando al bilancio, mai alle persone ed alle famiglie che da loro dipendono, ma che hanno anche fatto le loro fortune. I vertici della Safilo non lo possono dimenticare proprio adesso».