E’ stato un confronto corretto, senza colpi bassi, impostato sulla cautela e sulla difensiva, a tratti persino sotto tono trattandosi delle ultime battute di campagna elettorale, quello che si è tenuto questa sera al Teatro Giovanni 23mo tra i nove candidati sindaco di Belluno, su iniziativa di Confindustria, Uapi, Appia e Confcommercio. Con moderatori Nicola Maccagnan e Giambattista Zampieri di Telebelluno.
Il pubblico, che alle 18 era piuttosto esiguo, a fine serata aveva quasi riempito i 200 posti della sala. Considerato però, che vi sono circa 500 persone nelle liste alle amministrative del Comune di Belluno, è matematico che solo 1/4 di loro, o poco più, ha presenziato al dibattito.
Il primo quesito al quale i candidati sindaco dovevano dare una risposta riguardava il futuro della città di Belluno: qual è il limite?
La Grua (La Destra): “Il patto di stabilità, che ha bloccato gli investimenti”.
Lanari (5 Stelle): “I finanziamenti europei. L’Italia è il fanalino di coda, fatichiamo ad accedervi”.
Massaro (centrosinistra): “Manca impegno ed entusiasmo e da ciò discende la scarsa creatività”.
Prade (Pdl centrodestra): “La legislazione nazionale è nemica delle piccole imprese”.
Vidori (Polo autonomista): “La mancanza di autonomia della provincia”.
Bettiol (Pd centrosinistra): “Manca la stima del ruolo, città delle Dolomiti”.
Bortoluzzi (Udc centro): “L’incapacità di intercettare i finanziamenti”.
Colle (Lega Nord): “La vicinanza di province autonome pone fuori mercato le nostre aziende”.
Giuliana (Futuro senza partiti): “Cattiva gestione del denaro pubblico, vedasi caso Bim-Gsp”.
La vostra idea di sviluppo turistico
Prade: “Il progetto Abitare il Nevegal. Ma qualcuno deve insegnarci a fare turismo”.
Vidori: “Il turismo deve essere un obiettivo strategico condiviso con le categorie”.
Bettiol: “Avevamo il manufatturiero e non abbiamo creduto al turismo. Belluno città d’arte”.
Bortoluzzi: “marketing, idee, confezionare il prodotto, individuare il target. Enogastronomia”.
Colle: “Occhialeria e turismo invernale hanno retto alla crisi. Ora la ciclabile del Piave”.
Giuliana: “Turismo culturale, apertura della piazza alle auto, posteggi gratuiti”.
La Grua: “Il turismo è davvero la nostra vocazione? Siamo svantaggiati rispetto al Trentino”.
Lanari: “Il Comune deve intercettare i fondi europei”.
Massaro: “Belluno ha già risorse disponibili, si tratta di commercializzarle”.
Sul terzo punto, il Progetto abitare il Nevegal, sostenuto dal sindaci uscente Antonio Prade i candidati potevano rispondere Sì favorevoli, No contrari e “Ni” incerti. Solo La Grua, Vidori e Lanari totalmente contrari al progetto della scuola svizzera in Nevegal. Massaro, a sorpresa, ha detto sì, si può fare. Tutti gli altri con varie motivazioni hanno detto “Ni”, ne sì ne no.
Sulla tassa rifiuti tutti si sono allineati sulla posizione di applicare la “tariffa puntuale” alle famiglie, ossia far pagare il rifiuto prodotto incentivando così la raccolta differenziata. Mentre per le imprese la tariffa dovrà essere progressiva.
Alla domanda dove tagliare? Quasi tutti hanno evidenziato le consulenze esterne, il portavoce del sindaco, e i punti segnalati dall’ispettore ministeriale. Tranne il sindaco Prade, secondo il quale non c’è nulla da tagliare.
Si è parlato poi di come sarà Belluno tra cinque anni, di quale sarà la prima opera pubblica messa in cantiere e con quali fondi. E il gioco della torre, chi butterebbe tra le due società partecipate? La Ser.sa o Bellunum? Dovendo scegliere tutti hanno salvato la Ser.Sa e buttato Bellunum.