“..Il potere assoluto di quella aristocrazia non aveva più giustificazione storica: nella maggior parte dei casi, i patrizi veneziani (siamo verso la fine del XVIII secolo) non meritavano più di essere “classe dominante” , dal momento che non erano più “classe dirigente”…
…dalla solidarietà nei confronti di quella aristocrazia si erano già da tempo staccati molti borghesi e molti nobili, in ispecie nelle città suddite; i primi perchè insoddisfatti dell’aretratezza del sistema economico e sociale e dell’ingerenza e avidità del patriziato (che in maggioranza ormai vivevano di rendita agraria, e la dissipavano con facilità); i secondi, perchè insofferenti dell’ossessivo controllo che le magistrature espresse dalla nobiltà di Venezia esercitavano anche nelle loro città..” ( Tratto dall’ultima fatica di Francesco Franchi, “La penna, la spada, le bandiere” edito da ISBREC).
Basta sostituire alcuni termini e vedo un quadro dell’Italia attuale, con una classe politica, condizionata da vari gruppi di interesse economico e sociale, incapace, da tempo, di essere “classe dirigente” ma con la pretesa di rappresentare ed essere la “classe dominante”.
E’ meglio sbarazzarci degli incapaci che ci stanno mangiando i risparmi ed ogni speranza per il futuro, usando il voto in modo un pò più intelligente di quanto abbiamo fatto per troppo tempo o dobbiamo aspettare il Napoleone di turno che risolva il problema?
Piero Balzan