La reputazione della Lega Nord, immerdata dallo scandalo che in queste ore ha travolto i vertici con le dimissioni del suo leder Umberto Bossi e del figlio “Trota”, è affidata nel Comune di Belluno a Leonardo Colle, candidato sindaco del Carroccio.
Riuscirà l’avvocato, nonché vicesindaco uscente, a trattenere quei 1.386 voti pari al 7,51% ottenuto cinque anni fa?
La missione appare alquanto difficile, per non dire impossibile. Visto il vento che soffia, alimentato da una voglia di regolamento di conti di quella base sana, abituata per cultura e tradizione a lavorare e a guadagnersi i denari. E che ora, a ragione, chiede la testa di quel “cerchio magico, di quella “corte dei miracoli” che attorniava un leader indifeso a causa della malattia. E se, come pare, non arriveranno le dimissioni, quell’elettorato che per oltre vent’anni ha creduto al sogno del federalismo, ora nel segreto dell’urna potrebbe voltare la faccia, o addirittura disertarla. “Perché tanto, sono tutti uguali”. Certo, Colle non ha nulla a che vedere con quella marmaglia, ma è lui che qui a Belluno in questo momento ha sulle spalle l’onere di rappresentare la Lega. Belluno sarà un test elettorale importante: chi vince le amministrative sarà anche il probabile favorito per le elezioni politiche del prossimo anno. Scandali permettendo, ovviamente. Perché si ha la netta sensazione che quello che è accaduto alla Lega oggi, sia solo l’inizio, la punta dell’iceberg. E che possa svilupparsi un uragano simile a quello del 1992 che annientò la I^ Repubblica. Del resto, nemmeno la II^ Repubblica, o quella dei tecnici, sembrano particolarmente solide da poter reggere il colpo.
«Colle-ghiamoci, è uno spot elettorale nato in famiglia, scherzando con moglie e figlie – spiega Leonardo Colle – un gioco di parole diventato in poco tempo una cosa seria, quando ci siamo resi conto che il messaggio riportava le persone al centro della politica. Il pensiero vola veloce alle notizie di cronaca degli ultimi anni. Inutile nascondersi dietro un dito – ammette Colle – tutti i partiti hanno avuto le proprie disavventure, più o meno gravi. Inevitabile conseguenza l’allontanamento dei cittadini dalla vita pubblica, in un circolo vizioso inarrestabile.
E’ giusto ammettere l’errore e ripartire, mettendo nuovamente le persone e gli ideali al centro della politica e dei partiti. Su questo vi propongo di stringere un patto con me, per collegare le vosrte aspettative e realizzare insieme la Belluno che volete».