I sindaci del Bellunese riuniti a Villa Carpenada dove la Regione presenta la proposta di legge che rivoluziona i municipi. E’ iniziato oggi pomeriggio a Villa Carpenada a Belluno il confronto con i sindaci bellunesi in vista dell’approvazione della proposta di legge 196, la norma – che andando ad attuare una legge nazionale – prevede l’Unione dei Comuni. “Un’esigenza”, ha detto il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond, “che però dovrà essere condivisa con il territorio”. A introdurre i lavori – oltre al presidente del Centro studi bellunesi Antonio Barattin – il sindaco di Santa Giustina Ennio Vigne, presidente dell’Uncem veneto, che ha sottolineato come la partita sull’Unione dei Comuni debba essere portata avanti accanto a quella del riordino delle Comunità montane. Tra i nodi da sciogliere il numero di abitanti oltre il quale far scattare l’obbligo di associarsi (si parla di 3000 o 5000), la differenza sostanziale tra funzioni e servizi, gli ambiti ottimali per la loro gestione. Dal canto suo, Maurizio Gasperin, dirigente regionale degli Enti locali, ha assicurato ai primi cittadini che ogni forma di associazione obbligatoria sarà accompagnata da risorse aggiuntive e da una formazione ad hoc del personale. “Dobbiamo ragionare su questo nuovo sistema anche alla luce dell’assenza dell’ente Provincia”, ha detto il capogruppo del Popolo della Libertà, che allo stesso tempo ha sottolineato come la legge sulle Unione dei Comuni sia ancora emendabile. “Del destino della Provincia di Belluno ho parlato con il presidente della Regione Luca Zaia e il suo vice Marino Zorzato. C’è il rischio che alcune competenze tornino in laguna. Per questo dobbiamo mettere le mani avanti e dire quale governance vogliamo per il Bellunese”. Bond ha fatto l’esempio delle Comunità di Valle trentine: “Un sistema che funziona e che riesce a farsi valere anche con la Provincia autonoma. Di sicuro, non possiamo farci trovare impreparati di fronte a qualsiasi evenienza”. Tra gli interventi quelli del sindaco di Zoppé Renzo Bortolot e dei colleghi Ivano Faoro (Arsié), Oscar Troi (Colle Santa Lucia), Loris Scopel (Seren), Gianluca Masolo (Vodo di Cadore), Roger De Menech (Ponte nelle Alpi), Bruno Savaris (Valle di Cadore), Mario Zandonella Necca (Comelico Superiore), Tiziano De Col (La Valle Agordina). Tanti gli interrogativi e le richieste: dalle spese del personale al ruolo delle Comunità montane, passando per gli ambiti territoriali. Gasperin ha anche annunciato la realizzazione di un nucleo di consulenza per traghettare i municipi nel processo di riordino. “I giochi sono ancora aperti”, ha detto Bond, “ora più che mai dobbiamo pensare al modello che vogliamo darci”.