
«Dopo la conferenza stampa di ieri (giovedì 5 maggio) finalizzata a chiarire e concludere le polemiche nate in seno all’ultima riunione, ho avuto modo di leggere i commenti del segretario della Fondazione Dolomiti – Unesco: mi pare cada in contraddizione». Così il presidente di Palazzo Piloni, Gianpaolo Bottacin, sulle ultime dichiarazioni di Giovanni Campeol.
«In primo luogo, che la sede della Fondazione, al tempo del bando di concorso per il segretario generale, fosse Palazzo Piloni è una sua personalissima considerazione che non è sostenuta da alcuna logica argomentazione – ha spiegato Bottacin – . In secondo luogo mi chiedo: dapprima l’aumento di stipendio (del 150%) era stato da lui identificato come rimborso per la “sede disagiata”, come mai ora invece diviene un “premio” per il raggiungimento di un obiettivo? Quale obiettivo ha raggiunto? In ogni caso, il premio si riceve dopo il risultato, non prima».
«Provenendo io stesso da realtà di aziende private, conosco bene i contratti dirigenziali – ha detto ancora il presidente – . Ci sono figure, anche nell’ambito pubblico, che percepiscono pure meno di quanto assegnato a Campeol. In simili congiunture economiche, poi, trovo che chiedere un aumento di stipendio – compenso, in questo caso, che proviene da denaro pubblico e non privato – equivalga ad uno schiaffo ai contribuenti».
«Infine, trovo che addurre a motivazione di un simile compenso l’attività di gestione di rapporti “con cinque Province e due Regioni” non sia opportuna. Io guido un Ente da quasi trecento persone e con un bilancio dieci volte superiore a quello della Fondazione: dovrei forse aumentarmi proporzionalmente lo stipendio? Non ci ho mai pensato – ha concluso Bottacin – . Il mio invito è quindi, come ho già avuto modo di dire, quello di adottare una linea più sobria nelle spese della Fondazione, dedicando le risorse a obiettivi e progetti concreti».