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lunedì, Settembre 9, 2024
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Sergio Reolon: un forte appello alla nostra prima vera appartenenza, quella alla nostra terra

Sergio Reolon

“Il forte appello di Monsignor Renzo Marinello e di Monsignor Giorgio Lise, le preoccupazioni che esprimono a nome del Cadore e dell’Agordino per la salvezza degli Ospedali di Pieve e di Agordo, deve far riflettere profondamente tutti coloro che hanno la responsabilità delle scelte della Regione Veneto in campo socio-sanitario, ma più in generale tutti coloro che si occupano del governo della cosa pubblica.” Questo il commento di Sergio Reolon, consigliere regionale, all’appello lanciato dagli Arcidiaconi nella giornata di Pasqua. “La voce che si leva, infatti, è quella di coloro che ogni giorno sono vicini a chi vive nella nostra terra e conoscono, forse più di altri, tutte le problematiche umane, sociali ed economiche collegate
alla specificità del vivere nel bellunese e in particolare nelle zone
montane. Sono la dignità, la salute e la sicurezza delle persone ad essere
messe in dubbio da scelte che, come dicono giustamente i due
arcidiaconi, sembrano voler commisurare i bisogni ai servizi anziché
il contrario, in una logica che parte da freddi presupposti economici
che si scontrano con la realtà quotidiana delle nostre popolazioni.” “L’attenta analisi contenuta nell’appello sugli effetti delle decisioni regionali, del cosiddetto “ospedale di rete”, è lucida – sottolinea Reolon – e nasce da un diretto riscontro della ricaduta che avrebbe su tanti aspetti di quelli che sono i servizi primari che uno stato, una regione deve garantire ai propri cittadini. Il tutto prendendo in considerazione anche quelli che sono gli ospiti che nei periodi turistici abitano i nostri territori.”  “Condivido pienamente l’appello che viene fatto per superare le divergenze di parte . E’ inutile per me ribadire la mia contrarietà a questo piano. E’ una battaglia che sto portando avanti da tempo. Chiedo solo agli altri esponenti bellunesi in Regione, e a tutti i gli altri attori politici della nostra provincia, – conclude Reolon – di prendere atto con onestà e intelligenza di questo nuovo invito a
lavorare insieme al di là delle appartenenze politiche, per trovare una soluzione che sappia dare ragione a quella che è la nostra vera prima appartenenza, quella alla nostra terra, sapendo assumere in primo luogo la difesa dei beni comuni, quale fondamento della azione amministrativa.”

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