Dario Bond (consigliere regionale Pdl)
“E’ un’idea semplicemente strepitosa, da portare avanti con convinzione”. Così il capogruppo del Pdl Dario Bond commenta la notizia di una possibile candidatura di papa Giovanni Paolo II a patrono delle Dolomiti.
“Non so se si tratta di una boutade, ma vorrei davvero che non lo fosse. Tra papa Wojtyla e le Dolomiti bellunesi c’era un legame profondo che andava oltre la semplice vacanza”.
Al di là del significato spirituale c’è quello turistico-materiale che ben si collega al progetto della via dei Papi, iniziativa sostenuta proprio da Bond e presentata a inizio gennaio. “Si tratta di una grande sfida che sarà lanciata a metà giugno a Castel Gandolfo alla presenza di papa Ratzinger. Belluno entrerà ufficialmente nella via Francigena, la strada che fin dall’antichità collegava i grandi centri della cristianità, da Santiago de Compostela a Gerusalemme, passando per Roma e Canterbury. Ricordo che il progetto ha già l’appoggio dell’Opera romana pellegrinaggi. Una garanzia”.
Per il capogruppo del Pdl, l’iniziativa di collegare il nome di Wojtyla a quello delle Dolomiti “oltre ad avere un inestimabile significato spirituale” potrebbe avere “interessanti” risvolti turistici.
Da qui l’appello al mondo della politica e delle istituzioni e al vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Giuseppe Andrich: “Mi piacerebbe che la Diocesi avanzasse alla Santa Sede questa bella candidatura. Le Dolomiti sono bellezza, spiritualità, meditazione e anche preghiera”.
Gianpaolo Bottacin (presidente della Provincia, Lega Nord)
«Non posso che condividere l’entusiasmo per l’idea di fare della figura di Papa Wojtywa il patrono delle Dolomiti, ma non dimentichiamo che anche la nostra terra ha avuto un uomo che è salito a capo della Chiesa: Don Albino Luciani di canale d’Agordo, Giovanni Paolo I». Così il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin, sulla proposta dell’intitolazione.
«Papa Luciani è una figura che è per me un punto di riferimento – ha spiegato Bottacin – . È stato un innovatore, basti pensare che da subito ha voluto abolire la sedia gestatoria. La sua opera a capo della Chiesa sarebbe stata autenticamente rivoluzionaria, solo che non ha avuto il tempo di portarla a compimento: credo che sarebbe un grande dono riconoscergli il ruolo che ha avuto, riscattando così un uomo, un Papa, che troppe volte viene messo in secondo piano».
«Ho sempre ammirato profondamente entrambi, ma non nego di avere un certo legame per Papa Luciani – ha concluso Bottacin – . Sono stati uomini di grande fede, a volte criticati per le loro idee, ma senz’altro molto amati dalla gente».
Paolo Bampo (ex parlamentare Lega Nord, ora leader del movimento indipendentista Pab)
Anche se sono un esponente politico, mi sento autorizzato ad esprimere il mio libero e soggettivo pensiero (non impegnativo per il PAB, Movimento che rappresento) in merito all’ultima uscita di alcuni cadorini (anche loro esponenti politici). Le Dolomiti saranno anche diventate patrimonio dell’Umanità, ma che sia proprio un gruppo di Bellunesi a proporre di eleggerne a patrono un Papa straniero, beh ! questo è il colmo. Chiamate pure il mio pensiero campanilistico di paese, ma personalmente io avrei pensato, visto che ce l’abbiamo, ad un Papa più casalingo, contemporaneo dell’altro e, se non bastasse, in odor di santità. Ci risiamo con l’esterofilia di cui il popolino è succube , vittima, ma anche un po’servo. Woytyla patrono delle Dolomiti? Abbiamo Papa Luciani, uno che nelle Dolomiti è nato e vissuto, dove ha svolto gran parte del proprio mandato pastorale. E noi cosa facciamo? Con tutto il rispetto dovuto alla persona e al ruolo, andiamo a proporre come partono delle Dolomiti uno che nelle Dolomiti è venuto solo in vacanza e, benevolmente, a portar la propria benedizione. Mi chiedo e chiedo agli improvvidi proponenti: ma era proprio necessario strumentalizzare politicamente in nome del cosmopolitismo, anche il papato e andare a proporre uno straniero? Dico io: fossimo stati nei Carpazi od in altra catena montuosa dell’Est….
Paolo Bampo