È stata una brutta pagina per la democrazia l’approvazione alla Camera, con 296 contrari e 314 sottosegretari, del cosiddetto “processo breve”, in realtà “accorciamento dei termini di prescrizione per salvarne uno e liberarne tanti altri”. Se questa norma venisse approvata, rimarrebbero impuniti lo scandalo della Clinica Santa Rita, i processi Cirio, Fincantieri e Eternit, il crac Parmalat, la strage di Viareggio, la tragedia della Thyssen Krupp, le speculazioni sul terremoto all’Aquila. Il governo dell’apparenza del fare, vinte le elezioni sull’onda della criminalità e con la promessa del pugno di ferro contro i delinquenti, ha gettato la spugna. L’on. Maurizio Paniz prima convince mezzo emiciclo che la extracomunitaria e ladruncola Ruby era davvero la nipote di Mubarak. E giù a votare la mozione. Surreale. Ma è il prezzo della poltrona parlamentare: fidarsi del caritatevole operato del Buon Silvio il quale “per allontanare la minorenne dal marciapiede” ha ben pensato di liberarla dalle grinfie della polizia per farla consegnare a chi? A una prostituta brasiliana. L’avvocato bellunese e la “maggioranza” poi si mettono all’opera per un altro capolavoro: il disegno di legge furbescamente battezzato “processo breve” ma che di breve ha solo la riduzione della prescrizione che, guarda un po’, torna infine utile a certi soggetti diversamente alti che devono salvarci dal comunismo. Una millimetrica limata per abbreviare i tempi utili di alcuni processi a 9 anni e 4 mesi. Tra gli altri il processo Mills, con imputato il premier, sarà seppellito a maggio. Quando si dice il caso. Ma gli on. Paniz e Alfano, isigni guide alpine di arrampicata sugli specchi, continuano a ripeterci che questa norma non serve né a Berlusconi, né che toccherà più dello 0,2% dei processi (quindi solo quelli di Berlusconi?). Allora ci spieghino almeno per quale motivo i lavori parlamentari da mesi a questa parte sono tutti di questo tenore. Dati alla mano, il parlamento ha un costo, e non è basso. In teoria dovrebbe occuparsi di disoccupazione, energia, sanità, affari interni ed esteri. Adesso non si sa più cosa aspettarsi. Tra un po’, forse, il parlamento sancirà il reato di onestà?
Fabrizio Soppelsa – Italia dei Valori Belluno