Nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, l’Archivio di Stato di Belluno ha organizzato un’esposizione documentaria che mira a mettere in rilievo il ruolo di Belluno e di tutto il territorio della sua provincia nel processo dell’unificazione nazionale. La Mostra “La provincia di Belluno tra l’Austria e l’Italia” presenta al pubblico documenti relativi a un arco cronologico di pochi anni, 1860-66, ma estremamente significativo, perché rappresenta il momento cruciale del passaggio dal regime austriaco all’Italia.
La mostra si articola in due sezioni: il primo percorso – che presenta documenti del tutto inediti – illustra lo stato dell’ordine pubblico riscontrato in tutti i distretti della provincia: trimestre dopo trimestre, da Agordo, Auronzo, Belluno, Feltre, Fonzaso, Longarone, Pieve di Cadore pervengono alla Delegazione provinciale di Belluno i rapporti che informano l’autorità locale sulla situazione generale esistente in ciascuno di questi centri. Nella forma ripetitiva e burocratica di “bollettino politico-amministrativo”, attraverso le formule stereotipate richieste dalla normativa, emerge una realtà vivissima, in bilico tra quiete, fermenti nuovi e problemi ricorrenti, clima di inquietudine che potrebbe essere riassunto, riprendendo le parole di quegli atti, in “quella specie di agitazione morale diffusa generalmente anche nella campagna in presenza degli avvenimenti politici della giornata”. Si possono seguire in ciascun distretto, di tre mesi in tre mesi, le informazioni relative a “spirito pubblico, contegno degli impiegati e del clero, società segrete, dimostrazioni pubbliche e adunanze politiche, persone sospette in linea politica, industria, commercio e mercati, sicurezza, sanità, passaporti”. Questi documenti permetteranno di precisare con maggiore dettaglio quanto già noto sulla situazione che precede di poco l’unità. Quella di Agordo è definita “soddisfacente, se si eccettua l’arresto del conte Rocco Sanfermo, accusato di sedurre la gioventù ad emigrare e alcuni militari ad abbandonare la bandiera austriaca”, mentre a Feltre, “le mene del partito sovversivo, che dappertutto conta non pochi proseliti, trovano un possente eccitamento dal di fuori; e fino a che il Governo non farà cessare questo nocevolissimo influsso, non si potrà avere in questo Stato pace (…)”. [1860, primo semestre]. Il secondo settore della mostra è dedicato alla conquista dell’indipendenza nei diversi distretti, con tempi e modalità diverse, al ruolo svolto dalle autorità locali, nonché alla importante figura di Giuseppe Zanardelli, nominato Commissario del re con decreto dell’11 agosto del 1866. Era stato scelto dunque, per la delicata area bellunese, un esponente di spicco del parlamento italiano, distintosi nel corso delle campagne garibaldine, e destinato in seguito a ricoprire cariche di sempre maggiore rilievo.
Nel periodo intermedio tra la fine del potere austriaco e la nomina di Zanardelli, il potere era stato inizialmente, dal 13 luglio, esercitato dalla municipalità di Belluno, presieduta dal podestà Francesco Piloni. Nasceva di lì a poco, il 29 luglio, la Giunta provvisoria di governo, composta dai due podestà di Belluno e Feltre nonché da un rappresentante per ogni distretto della provincia, che avrebbe retto l’amministrazione fino all’insediamento di Giuseppe Zanardelli, il 19 agosto. Dalle carte non emergono i grandi avvenimenti, o scelte particolarmente significative di vasta portata, quanto piuttosto la volontà di garantire la continuità dell’amministrazione, e insieme assicurare la difesa in una terra di confine, ancora minacciata da ricorrenti incursioni austriache.
Gli atti testimoniano inoltre dei rapporti con il comandante delle bande armate venete in Cadore, Carlo Tivaroni, e della ricerca di equilibrio tra le truppe garibaldine e l’esercito regolare. Altre carte illustrano le scelte di Zanardelli sul mantenimento dell’ordine pubblico; sul nodo dell’impiego pubblico: chi epurare, chi trasferire, chi mantenere al suo posto. I documenti di questa seconda sezione, già esposti nella sede della Prefettura di Belluno il giorno 16 marzo 2011 per celebrare il 150° con l’apertura del Palazzo dei rettori, sono di nuovo proposti al pubblico, in questa nuova occasione. La Mostra, che si inaugura mercoledì 13 alle 11.30 nella chiesa di S. Maria dei Battuti dell’Archivio di Stato di Belluno, rimarrà aperta dal 14 al 30 aprile 2011, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.30; per scolaresche e gruppi si potrà concordare l’apertura nei pomeriggi di lunedì, mercoledì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30.
La prenotazione dovrà essere inviata via e-mail all’indirizzo: as-bl@beniculturali.it, o per via telefonica al numero 0437 940061(referente dott. Marco Spagni) o via fax al numero 0437 942234.